M5S, votazioni concluse. Però la “democrazia on line” è partita tra le risate
Alla fine ce l’hanno fatta a far votare on line il candidato premier del M5S da parte degli iscritti al movimento. Però rimane il fatto che la “democrazia elettronica” vagheggiata dal guru Casaleggio (buonanima) è partita tra le risate. La piattaforma Rousseau è andata in tilt per sovraccarico all’esordio delle votazioni. E sarà tale infortunio a rimanere impresso nella memoria di tutti, più che il risultato della consultazione, il cui annuncio è previsto per domani. Passata la paura, Beppe Grillo oggi ha ripreso la baldanza di sempre, indicando più ambiziosi traguardi. «Nelle prossime settimane concluderemo le votazioni del programma di governo, che ad ora hanno totalizzato oltre un milione di voti da parte dei nostri iscritti. Tutte le decisioni importanti qui le prendono gli iscritti: il programma, i candidati, il candidato premier e questo metodo innovativo per far partecipare i cittadini vogliamo che si diffonda sempre di più, anche all’interno delle istituzioni. Perchè libertà è partecipazione! E l’esempio che diamo è il nostro primo contributo. Continueremo anche a investire in tecnologia per rendere Rousseau sempre migliore, funzionale e usabile».
Se fossimo nel “patron” del M5S saremmo un po’ più cauti. Se alla prossima iniziativa si verificasse un altro flop, sarebbe davvero la fine per la vagheggiata democrazia diretta in formato elettronico. Che poi, tanto democratica, la democrazia on line, in realtà, non lo è affatto. Innanzi tutto perché è la democrazia dei pelandroni e degli assatanati della tastiera. Recarsi, non solo ai seggi, ma anche ai gazebo è infatti cosa ben diversa dallo starsene comodamente spaparanzati nel salotto di casa. Significa infatti uscire dalla pigrizia, fare la fila, incontrarsi con altre persone, parlare, discutere, magari anche litigare. Significa insomma partecipare alla politica in modo più autentico e più sofferto. Il peso specifico di una tale forma di partecipazione è ben più alto di quello che consiste in un semplice clic. Certo, la democrazia che si esprime con la matita e con la scheda è sempre soggetta a brogli. Ma quella che si affida alla tastiera è soggetta a ben più gravi e incontrollabili manipolazioni. E, in ogni caso, le forme tradizionali di espressione della volontà popolare non sono soggette ai frequenti e clamorosi infortuni del mezzo informatico. Passare dalla “volontà generale” immaginata da Rousseau all’ “ilarità generale” causata da Grillo non costituirebbe davvero un gran risultato.