L’eroe di Terracina: il capitano Orlandi è morto per salvare gli spettatori
L’ipotesi che si fa strada è la più terribile ma anche la più memorabile: per spiegare il mancato lancio con il paracadute del capitano Gabriele Orlandi, domenica, nei cieli di Terracina, i suoi colleghi pensano che il pilota abbia cercato di portare il suo aereo più lontano possibile dalla spiaggia e dagli spettatori che assistevano all’evento. Orlandi era un pilota esperto e neanche un guasto improvviso può spiegare del tutto la decisione, o l’impossibilità, di non provare a lasciare il velivolo, un Eurofighter di ultima generazione, prima che finisse nelle acque per distruggersi.
Orlandi, un top gun con due lauree
Gabriele Orlandi, originario di Cesena, 36 anni, si era arruolato nel 2002 al corso «Centauro V» all’Accademia aeronautica di Pozzuoli. Due lauree – Scienze aeronautiche alla «Federico II» di Napoli, Scienze politiche alla «Cesare Alfieri» di Firenze -, poi l’addestramento con i top gun american, l’abilitazione da pilota sperimentatore-collaudatore. Il capitano Gabriele Orlandi, 36 anni, era uno dei più esperti ai comandi dell’Eurofighter. Nel 2008 aveva ottenuto la prima licenza di pilota militare ed era stato assegnato al Reparto Intercettori della base di Gioia del Colle. Nel 2015 Orlandi era partito per i Usa, nel Maryland, dove aveva frequentato a scuola aerea della Marina americana. Tornato in Italia gli era stato affidato il collaudo dell’Eurofighter, uno dei caccia tecnologicamente più avanzati al mondo, fino all’esibizione, e alla tragedia, di Terracina.