Lacrime e rabbia, è morta la 15enne colpita in faccia dal “rifiuto umano”

21 Set 2017 9:19 - di Redazione

È morta la 15enne ferita ieri al volto da un colpo di pistola esploso da distanza ravvicinata a Ischitella, in provincia di Foggia, dall’ex compagno della madre. La giovane era ricoverata agli Ospedali Riuniti del capoluogo dauno. Le sue condizioni erano disperate. La 15enne era stata sottoposta a un intervento chirurgico durante il quale le era stato estratto il proiettile dalla testa. Il suo aggressore, Antonio Di Paola, 36 anni, pregiudicato, dopo averla colpita ieri mattina mentre la vittima andava a scuola, si è suicidato con la stessa arma utilizzata la mattina. Il suo corpo è stato trovato in campagna nel tardo pomeriggio. Proprio in mattinata era previsto l’arrivo della madre della ragazza che da qualche tempo viveva in Toscana per lavoro. I suoi due figli la ragazza e un maschietto erano stati affidati ai nonni materni. L’ex compagno della donna, che aveva avuto i due figli da una precedente relazione, non si sarebbe rassegnato alla fine della storia e per questo avrebbe affrontato la ragazzina.

 Lo sfogo della mamma su Fb

Sfoga la sua rabbia su Facebook la madre della 15enne. La donna, che è in un’altra regione, è disperata. «È mia figlia», scrive pubblicando una notizia sulla vicenda, accompagnando le parole con tante faccine piangenti. La donna lancia pesanti accuse, all’indirizzo del responsabile contro il quale sfoga la sua rabbia. «Dovevi venire a prendertela con me non con mia figlia, non c’entrava nulla», scrive in un altro post, definendo il responsabile «un rifiuto umano». Molte persone hanno provato a rincuorarla sperando che la quindicenne potesse salvarsi. Nel post la madre pregava Dio di aiutare la sua ”stella”. «Sono disperata, lei non c’entrava nulla», scrive ancora. Inoltre, dal tenore dei suoi post, emerge che avrebbe voluto che sua figlia venisse affidata in un altro posto e la ragazza non avrebbe dovuto prendere il pullman da sola ma avrebbe dovuto essere accompagnata perché temeva che «sarebbe successo qualcosa».

 

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