Islamico a Torino massacra la moglie e la violenta perché non indossa il velo

15 Set 2017 9:18 - di Gabriele Alberti

Destino tragico. Ennesimo dramma familiare in nome di un Islam dal volto crudele. La moglie vestiva troppo all’occidentale e lui l’ha massacrata di botte e poi stuprata. E’ accaduto l’inverosimile a una ragazza nordafricana residente a La Spezia. La giovane e il marito erano ospiti di un amico a Torino, come ricostruisce u Il Messaggero, ed è stato proprio quest’ultimo a far notare all’amico che la donna non indossava il velo. La situazione è degenerata. 

La donna vive ora sotto protezione

L’uomo ha iniziato a schiaffeggiare ferocemente la moglie, e poi l’ha trascinata in camera da letto, dove l’ha violentata. La donna è riuscita a fuggire la mattina seguente e si è diretta verso l’ospedale Gallieri di La Spezia. La vittima è stata ricoverata ed è entrata sotto la protezione della rete antiviolenza. Secondo le prime indagini delle forze dell’ordine il suo aggressore non era nuovo ad episodi di questo genere. Il caso risale alla fine di luglio, ma è emerso soltanto nelle ultime ore. La donna, marocchina, è islamica, ma non porta il velo e veste all’occidentale. Insieme con il marito e il figlio di un anno è andata a casa di un amico a Torino: i commenti negativi del padrone di casa sul suo abbigliamento e sula mancanza dell’ “hijab” hanno scatenato la sua reazione spazientita ma il compagno, a quel punto, l’ha “punita” trascinandola nella camera da letto dove il bimbo era già a dormire, picchiandola e violentandola.

“Non sai che il velo è obbligatorio?”

Fatima, il nome è di fantasia, ha trovato la forza di denunciare tutto: l’uomo, marocchino, 31 anni, la stessa età di lei, è stato denunciato per maltrattamenti e violenza sessuale. Quella cena, qualche settimana fa a Torino, era iniziata bene, con qualche piatto tipico – ricostruiscono i siti – Lei si era presentata come sempre, non certo un abbigliamento provocante ma niente velo e un taglio occidentale. “Non lo sai che il velo è obbligatorio?”, l’aveva però redarguita l’amico del compagno., il padrone di casa, che ha così acceso la miccia, ponendo il marito della donna nella condizione imbarazzante di dover dimostrare il suo autoritarismo e, di conseguenza, la sottomissione della moglie. La quale non si è fatta intimidire – ha raccontato- e ha replicato a tono all’amico. La cena si è poi conclusa senza altre tensioni, almeno in apparenza, ma al momento di andare in camera, dove era già stato messo a dormire il bambino, si è consumata la violenza. “Il giorno dopo Fatima ha raggiunto con il piccolo la stazione di Porta Nuova e, dopo aver chiesto aiuto alla Polizia ferroviaria ma senza spiegare la sua disavventura, è salita sul primo treno per Genova, per poi raccontare quanto le era successo alla Polfer del capoluogo ligure. Ora Fatima, il figlio e altri due bambini nati da una precedente relazione sono ospiti in una comunità protetta”.Dagli accertamenti è emerso che anche in passato il 31enne marocchino aveva compiuto nei confronti della donna continui abusi verbali, psicologici e atti di prevaricazione.

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