Incontro Raggi-Minniti: tutta fuffa e retorica buonista. Ma chi è in strada, ci resta
Tanti elogi reciproci tra la sindaca Raggi e il ministro Minniti allo spirito di collaborazione in cui si sarebbe svolta la riunione. Uno schieramento di fotografi e reporter da grandi eventi. Flash, fughe dai paparazzi, presidi di senza tetto in strada, manifesti e slogan contro Campidoglio e Palazzo Chigi e migranti ovunque: ma a parte questo, chi si aspettava una effettiva risoluzione al problema dell’emergenza abitativa; chi sperava in un provvedimento immediato, quanto meno da fissare in termini teorici e da far eseguire in breve in modo da liberare Roma da accampamenti improvvisati da giorni e bivacchi, si sbagliava. Purtroppo.
Incontro Raggi-Minniti: tanta retorica e poca “ciccia”
Il vertice tra Comune e Viminale si è concluso così com’era iniziato: col la richiesta della Raggi di poter usufruire di caserme e forti in disuso da riadattare ad alloggi in cui poter abitare, e con la promessa di rivedere l’intero sistema che va «dall’emergenza alloggiativa all’accoglienza delle fragilità al discorso dei rifugiati». Come dire: brevi cenni sull’universo articolati in tante belle parole, condivisibili proposte e improcrastinabili promesse che sfiorano l’emergenza, ma non l’affrontano e, di sicuro, non la risolvono nell’immediato. E allora, ha ribadito la Raggi: «Tutto va fatto in un clima che tenga conto di un percorso di legalità e della tutela delle fragilità. Ho presentato, tra le altre, due proposte: la messa a disposizione delle caserme, quelle che hanno tra l’altro gli alloggi di servizio, che potrebbero essere riadattati per abbassare le liste di attesa…Un’altra proposta, a mio avviso interessante, è quella di riattivare il mercato immobiliare, a Roma abbiamo oltre 200.000 case tra sfitte e invendute, questo consentirebbe di abbattere le liste di attesa e di riattivare un settore economico in grave crisi da parecchi anni».
Caserme e forti: l’incontro si è chiuso com’era cominciato
E tra le due possibilità messe sul tavolo quelle oltre 10.000 persone che attendono una casa da oltre 10 anni che la Raggi continua a menzionare, ma che siamo ancora ben lontani da poter finalmente ospitare in case degne di questo nome. Case per cui, se davvero si dovesse aspettare l’avvio del mercato immobiliare paralizzato da anni, davvero si farebbe in tempo prima a sparire che a traslocare. tanto che, per l’a messa in opera del tutto, l’inquilina del Campidoglio ha concluso: «Anche sugli sgomberi ci saranno delle ulteriori iniziative che il ministro porrà in essere». Un chiarimento dirimente affidato a stretto giro dai saluti istituzionali a un comunicato congiunto in cui si è sottolineato che «nel corso della riunione, svoltasi in un clima pienamente costruttivo, il ministro Minniti ha illustrato le linee guida in via di definizione da parte del Ministero, fondate su due pilastri, uno nazionale e uno territoriale, a partire dalle Città Metropolitane per affrontare il problema degli sgomberi e il tema delle fragilità sociali». Che poi, tanto fragili, gli okkupanti abusivi di via Curtatone non erano apparsi…