Il prof fascista non ha paura e sventola la bandiera della Repubblica Sociale

13 Set 2017 11:08 - di Gabriele Alberti

In Italia non esiste un pericolo fascista e quella spacciata  per massima priorità su iniziativa del pd Fiano e della legge approvata alla Camera contro simboli e gadget del Ventennio, è iniziativa inutile, una coperta che serve a mascherare l’inconsistenza. Ne sono convinti gli italiani alle prese con problemi seri e gravi, ne è convinto il professor Manfredo Bianchi, che come ha documentato Libero,  è salito sul monte Brugiana, sopra Massa, e ha sventolato la bandiera della Repubblica sociale italiana, quella con l’ aquila e il fascio. Gli hanno detto di tutto, lo hanno massacrato l’Anpi e tutto il sinistrume dicendo che uno così  non può insegnare mai più. Licenziatelo! Aveva fatto la stessa cosa anche ad agosto, sul monte Sagro a Vinca, nel Comune di Fivizzano, facendo infuriare gli antifascisti locali, anche perché in quella località i tedeschi commisero un eccidio e l’iniziativa del professore è stata subito rubricata strumentalmente come un’offesa alle vittime. Spiega il prof: «Non commetto nessun reato, e l’ accostamento con l’ eccidio di Vinca è stata una strumentalizzazione». E per rendere chiaro che il suo gesto non aveva nulla di offensivo ha deciso di reiterare l’iniziativa: «Per questo – leggiamo- ho deciso di rifare quel gesto, portando uno striscione in cui ribadisco che sono contro tutti i crimini di guerra e del dopoguerra». Sul suo profilo Fb si leggono post in cui il professore invita a farla finita con «una guerra civile che continua dal 1945» e infatti nello striscione che ha portato sul monte Brugiana si invoca l’«unità nazionale». «La pacificazione non c’ è mai stata. E non c’ è mai stata perché i finti antifascisti hanno sfruttato la continuazione della guerra civile per avere poltrone e prebende», risponde nell’intervista.  «A sinistra la pacificazione non conviene. Per loro “fascista” è ancora un insulto». Per lui proprio no. Echi gli chiede se si sente fascista risponde: «Certo, anche se oggi il partito fascista non esiste e non può esistere. Diciamo che sono un estimatore del fascismo e di Mussolini».

L’Anpi ha chiesto il licenziamento del prof

Si sa, ormai avere un’opinione fuori dal coro potrebbe diventare un reato, se la legge Fiano sarà approvata anche al Senato. Cosa accadrà al professore coraggioso delle sue idee?Il professor Manfredo Bianchi è stato intervistato anche da Giuseppe Cruciani e David Parenzo nella nota trasmissione di Radio 24 “La Zanzara”. Ha raccontato la sua performance sul monte Sagro e di quando, arrivato in cima «c’ erano altre dodici persone che non conoscevo. Ho tirato fuori la bandiera e mi sono fatto fare una foto. Poi sa cos’ è successo? – racconta – che sette persone si sono avvicinate e hanno voluto farsi anche loro una foto con la mia bandiera. E le altre guardavano incuriosite». Pericoloso, molto pericoloso, no? Poi ha postato la sua immagine su Facebook è allora è accaduto il delirio «A scatenate il putiferio è stato un mio amico avvocato di sinistra, che ha chiamato a raccolta il mondo antifascista. E pensi che anni fa eravamo andati insieme in Corsica, in canoa».

Il prof fascista tra detrattori e sostenitori

Qualcuno è arrivato a chiedere il suo licenziamento, dicendo che uno come lui non può insegnare. C’è chi lo ha difeso e chi no: «Ho subito un linciaggio mediatico su Facebook e sui giornali. Il governatore Rossi ha annunciato una denuncia, la ministra Fedeli un’ ispezione. Ma la mia preside, che non è certo di destra, mi ha difeso. E poi insulti in strada e intimidazioni a mia moglie e a mia figlia, che ha dieci anni. In nome dell’ antifascismo credono di poter fare quello che vogliono. Potrei denunciare quattrocento persone». Il sostegno che non si aspettava è arrivato dai suoi suoceri: «I miei suoceri, che sono di sinistra. L’ ex candidato sindaco Maurizio Lorenzoni. Il professor Augusto Sinagra, che mi ha offerto assistenza legale. E poi tanta altra gente». Ora che inizia la scuola se gli studenti gli chiederanno conto di questa sue “scalate” estive spiegherà il suo punto di vista: «Se me lo chiederanno, sì. Comunque, al contrario di quanto ha detto qualcuno, io a scuola non faccio politica». Sul fascismo Bianchi si è così espresso alla Zanzara: “Le ombre di quel periodo sono molto piccole rispetto alla luce e rispetto alle nefandezze che sono successe in Italia dal 45 in poi”. 

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