Il maniaco dell’ascensore: curatemi. Per lui castrazione chimica?
Il mostro dell’ascensore chiede di essere curato: “Pensavo di esserne uscito, di essere guarito, avevo una vita normale e una fidanzata, volevo sposarmi, ma ci sono ricaduto e voglio essere curato”. Sono queste le parole che Edgar Bianchi ha pronunciato quando ieri si è costituito a Milano e ha ammesso di aver abusato di una minorenne, all’interno di un condominio in zona Gambara. L’uomo, che deve rispondere di violenza sessuale aggravata, è un recidivo: condannato a 12 anni ne ha scontati 8 di carcere per una ventina di episodi di abusi e violenze commesse a Genova.
La cura sarebbe quella proposta in un disegno di legge dal leader della Lega Matteo Salvini, che prevede la castrazione chimica. Il pubblico ministero di Milano Gianluca Prisco ha inoltrato al gip la richiesta di convalida del fermo e della custodia cautelare per Edgar Bianchi, 39 anni, accusato di violenza sessuale per aver abusato di una 13enne a Milano. Un episodio aggravato dal fatto che la vittima ha meno di 14 anni e l’uomo ha precedenti specifici, essendo stato condannato a 12 anni di carcere per una serie di violenze e molestie. Si è detto dispiaciuto quando si è costituito alla polizia, quando ieri pomeriggio ha capito di essere ormai accerchiato. L’uomo ha scelto la sua vittima a caso in zona Gambara: la minore stava rientrando a casa dopo scuola, l’ha trascinata su un pianerottolo senza darle possibile di scappare. A incastrarlo ci sarebbero le immagini delle telecamere, l’uso della tessera dell’abbonamento ai mezzi pubblici che ha fornito agli agenti il suo nome e ha svelato un curriculum da recidivo: a sua carico ci sono una ventina di caso commessi a Genova tra il 2004 e il 2006, giovani vittime minacciate e abusate in androni e ascensori.
Bianchi, che lavorava a Milano come barista, è uscito dal carcere nell’autunno 2014: la condanna a 14 anni e 8 mesi in primo grado era stata ridotta a 12 anni in appello, poi ridotta secondo quanto la legge consente: tre mesi di sconto ogni dodici e la possibilità di scontare il fine pena (gli ultimi 3 anni, ndr) fuori dal carcere. Gli inquirenti sottolineano che l’uomo non c’entra con la violenza subita di recente, con modalità simili, da una bimba cinese a Milano. Gli investigatori sembrano escludere che Bianchi si sia reso protagonista di altri casi simili nel capoluogo lombardo. Sulla vicenda interviene anche il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Fabio Rampelli, che si chiede: “Se un maniaco con venti stupri sulla coscienza, ripetutamente condannato e in carcere è stato poi liberato a causa degli sconti di pena, dell’indulto e degli svuota carceri, significa che c’è un nesso di responsabilità tra i crimini commessi e i ministri e parlamentari che quei provvedimenti hanno voluto e varato. Indovinare cosa avrebbe fatto appena fuori dalla prigione sarebbe stato facile per chiunque: stuprare. Ed è quello che è accaduto a Milano. Nessuno chiede scusa?”.
(Foto Primo Canale)