“I mille giorni di Mafia Capitale”, la Rai rischia di pagare risarcimenti record
Rischia di costare carissimo alla Rai il docufilm I mille giorni di Mafia Capitale. L’avvertimento arriva dal consigliere di amministrazione di viale Mazzini, Arturo Diaconale, che sottolinea come tutta la narrazione sia stata costruita con il materiale dell’inchiesta sul cosiddetto Mondo di mezzo, senza tenere conto però che gli stessi giudici hanno smontato la tesi dell’associazione mafiosa.
Diaconale: «Neanche nel Burundi si fanno cose così»
«La Rai corre il rischio di richiesta di un risarcimento gigantesco», ha sottolineato Diaconale, ricordando che per il docufilm sono stati «usati tutti i materiali utilizzati dai pubblici ministeri, le intercettazioni, le riprese televisive a fronte, però, di un processo che si è concluso sostenendo che non c’è mafia capitale». «Una volta – ha proseguito il membro del Cda Rai – si facevano le fiction durante lo svolgimento dei processi e questo poteva influenzare l’esito dei processi stessi, ora si fanno dopo che i processi si sono conclusi. Neanche nel Burundi si fanno cose così. E i diritti dei cittadini dove sono finiti? Coloro che sono stati presentati come colpevoli mentre sono risultati innocenti, ora che faranno?».
La denuncia per diffamazione presentata da Alemanno
Una denuncia per diffamazione a mezzo stampa nei confronti degli autori e dei produttori è già stata annunciata dall’ex primo cittadino della Capitale, Gianni Alemanno, che ha sottolineato come il docufilm abbia «chiaramente travisato i fatti in modo tendenzioso, ignorando le risultanze della sentenza del processo su Mafia Capitale e il proscioglimento da ogni reato associativo che è stato richiesto e ottenuto nei miei confronti dalla Procura di Roma». «Sono tre anni – ha aggiunto Alemanno – che sono sottoposto alla gogna mediatica per reati che sono stati perpetrati anche a mio danno come politico e cittadino, speravo che tutto questo finisse almeno dopo il proscioglimento, ma devo constatare che proprio la Rai si fa protagonista della continuazione di questo vergognoso progetto che oggi risulta offensivo non solo per il sottoscritto e per la destra politica, ma anche per il lavoro della magistratura e per tutta la città di Roma». Un fatto «ancora più intollerabile se si considera che questo lavoro è una coproduzione di Rai Fiction ed è stato trasmesso in una rete del servizio pubblico», ha proseguito Alemanno, chiarendo di aver anche chiesto ai parlamentari della Commissione di Vigilanza Rai «di presentare un’interpellanza contro questo uso fuorviante e politicamente tendenzioso del servizio pubblico».
Un problema che riguarda «le garanzie dei cittadini»
Lo stesso Diaconale, avvertendo sui rischi connessi a I mille giorni di Mafia Capitale, ha ricordato che «questa faccenda ha riguardato personalmente Gianni Alemanno», ma ha anche specificato che la questione è più ampia e che «il problema tocca, in generale, le garanzie dei cittadini che non possono essere cancellate per esigenze televisive».