Giustizia-lumaca, a Torino processo prescritto per abusi su una 16enne

23 Set 2017 17:53 - di Paolo Lami

Una vita d’inferno. Prima abusata dal papà, a sedici anni. Poi abusata da un’operatrice sociale della Comunità che se ne sarebbe dovuta prendere cura e che avrebbe dovuto proteggere quella povera ragazzina aiutandola a ricostruirsi una vita. E ora, sedici anni dopo, anche la Giustizia italiana la umilia: il processo che avrebbe dovuto punire i colpevoli di queste violenze è finito, incredibilmente, in prescrizione. La ragazzina non avrà alcuna giustizia. Perché, come ha rivelato Arturo Soprano, presidente della Corte d’appello di Torino, che oggi, a Palazzo di Giustizia, ha cominciato ad acquisire informazioni e a svolgere accertamenti sulla faccenda, sono emerse “alcune anomalie”. E l’iter del processo per abusi sessuali compiuti sulla minorenne è terminato giovedì sera in Cassazione con l’annullamento senza rinvio della sentenza per la prescrizione dei reati.
Una beffa che si aggiunge alle terribili sofferenze vissute dalla ragazzina.

«Se dovessero ravvisarsi delle responsabilità – avverte l’alto magistrato – prenderemo dei provvedimenti». Ma oramai la vicenda è definitivamente segnata.
La storia inizia nel 2001 quando la ragazza, allora sedicenne, abusata del padre viene affidata a una Comunità, a Torino, dove la giovane è a sua volta vittima di abusi da parte di un’operatrice che la costringe anche a partecipare a orge. La donna costringe la ragazzina ad atti sessuali con il marito, poi morto suicida. E anche con l’amante. Condannato dai magistrati assieme all’operatrice in primo grado. Ma, poi, fra il primo e il secondo grado passano dieci anni. Un’enormità  E la prescrizione, inevitabilmente, scrive le ultime parole sulla vicenda.

«Per ora – osserva Soprano – abbiamo avuto un pubblico ministero solerte, che ha chiuso in fretta le indagini preliminari, un processo di primo grado con tempistiche da lumaca, un periodo di vuoto fra il 2007 e il 2013, tre anni per fissare l’udienza. Accerteremo il motivo».
Ma è un fatto che gli uffici giudiziari di Torino non sono nuovi a queste assurdità. E sempre nei casi, delicatissimi, di abusi sessuali su minori. Sempre a Torino è accaduto a una bambina di 7 anni abusata dal patrigno. Nove anni per celebrare il processo inghiottito dalla prescrizione. E, ancora a Torino, è accaduto a una quindicenne violentata dallo zio. Anche per lei nessuna giustizia. La prescrizione le ha negato questo risarcimento morale.

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