Gaffe, insulti e idiozie: tutti gli scivoloni dei politici sui social

1 Set 2017 13:02 - di Eleonora Guerra
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Gli ultimi casi eclatanti hanno visto protagonisti Fabio Cenerini, capogruppo della Lista Toti a La Spezia, e Dario Nardella, sindaco di Firenze. Entrambi sono inciampati in una recensione di TripAdvisor. Il primo per il giudizio dato su un ristorante di Cortina d’Ampezzo, in cui criticava la presenza di una cameriera di colore in abito tradizionale; il secondo per aver rilanciato, vantandosene, il certificato di eccellenza conquistato dagli Uffizi. Due gaffe che hanno scatenato polemiche e la necessità di un successivo intervento da parte dei due politici. 

Il fenomeno social

Cenerini e Nardella, però, non sono gli unici politici protagonisti di incidenti mediatici sul web. E, anzi, gli infortuni sono così frequenti, soprattutto sui social, che il fenomeno è diventato oggetto di un servizio di approfondimento de Il Giornale, nel quale si nota come per il famoso «quarto d’ora di celebrità», «l’autogol è dietro l’angolo». Una realtà trasversale, che coinvolge tutti i livelli istituzionali e tutte le forze politiche. Il portavoce del ministro Luca Lotti, Antonio Funciello, è scivolato, per esempio, su una critica al sindaco di Torino Chiara Appendino. «Bocconiana come Sara Tommasi», scrisse su Twitter, dando vita a critiche indignate per il paragone considerato poco rispettoso. Seguirono le scuse del caso. 

I post contro Boldrini e Carlo Giuliani

Le scuse invece «non sono bastate», ricorda poi Il Giornale, a Saverio Siorini, che per un post di indiscutibile gravità ha perso il ruolo di coordinatore di Noi con Salvini a San Giovanni Rotondo ed è stato pure espulso dal movimento. «Ma alla Boldrini e alle donne del Pd, quando dovrà succedere?», aveva scritto dopo l’orribile stupro di Rimini. Ma, si diceva, la stupidità social è bipartisan. E così, tra i casi degni di nota, c’è anche quello di Diego Urbisaglia, consigliere comunale e provinciale del Pd ad Ancona. Nell’anniversario della morte di Carlo Giuliani ha scritto che «se in quella camionetta ci fosse stato mio figlio, gli avrei detto di prendere bene la mira e sparare».

Le gaffe sono trasversali

Di livello infimo poi il post della consigliera comunale di Rifondazione comunista a Guspini, in Sardegna, Roberta Uccheddu, che ha ritenuto di dire la sua sul ricovero di Silvio Berlusconi, avvenuto dopo la tragica morte del parlamentare leghista Gianluca Buonanno. «Sarebbe davvero un Buonanno se anche Berlusconi seguisse a ruota», ha scritto l’esponente comunista, forse pensando di fare una battuta simpatica. Andrea Tosatto, attivista M5s e coautore dell’inno del partito, poi è entrato nel novero dei gaffeur da competizione con un post su Andrea Bocelli. Quando si seppe che il cantante appoggiava il sì al referendum costituzionale scrisse: «Bocelli vota Sì: avrà letto la riforma o di Renzi si fida ciecamente?».

 

 

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