Follia a Milano: uno sportello per denunciare chi non vuole i migranti
Non vuoi migranti a casa tua? Rischi di essere denunciato. La notizia che ha subito fatto il giro del web è stata pubblicata su Libero da Filippo Facci che chiede alla giunta Sala e all’assessore Pierfrancesco Majorino rassicurazioni. Il Comune di Milano ha pubblicato la “determina dirigenziale” che sul tema dell’accoglienza e dell’immigrazione assegnava all’Arci la gestione di alcuni nuovi “sportelli antidiscriminazione”. In sostanza, “sportelli territoriali antidiscriminazione per etnia, religione e nazionalità”. Oggi, si legge ancora su Libero, che gli sportelli stanno finalmente per partire dal contratto si apprende della “Istituzione e promozione di 3 sportelli antidiscriminazioni come strumento di ascolto, orientamento, sostegno e consulenza legale a disposizione dei cittadini italiani e migranti vittime o testimoni di forme discriminatorie”. Di che si tratta? Nel contratto c’ è scritto soltanto, scrive Facci, che lo sportello è “rivolto a vittime di discriminazione e persone che hanno assistito ad atti discriminatori, con avvio di una campagna informativa specifica per incentivare l’ accesso di questi ultimi”. Come a dire: milanesi, accorrete allo sportello a denunciare i razzisti. Non è così? Abbiamo capito male? Perché, continua Libero, in caso contrario sembrerebbe una specie di ufficio delazioni. Cioè: le discriminazioni di cui stiamo parlando, quelle degli sportelli, dovrebbero essere dei reati: razziali, etnici, religiosi o nazionali. Sono puniti dalla legge, e se ne occupano di norma le forze dell’ ordine e la magistratura: non l’ assessorato alle Politiche sociali o una prestazione appaltata all’ Arci di Milano. Lo sportello sarà senz’ altro un passaggio di “ascolto e orientamento e consulenza legale”, ma in pratica come si traduce?