Clandestini, Austria e Germania se ne infischiano della Ue: qui non si entra

14 Set 2017 14:49 - di Antonio Pannullo

L’Unione europea non riesce a gestire, dopo averla creata, l’emergenza clandestini. E l’invasione continua. La Germania è la prima a non cedere: “Abbiamo i controlli” straordinari ai confini interni “attivi, su base europea, fino a novembre. Quattro settimane prima, diverse decisioni devono essere prese. La posizione della Germania continua ad essere che, finché i confini esterni europei non saranno sufficientemente sicuri, ci sarà bisogno di controlli alle frontiere interne”. Lo ha detto il ministro dell’Interno tedesco, Thomas De Maizière, a margine del Consiglio Affari interni a Bruxelles. Stesso atteggiamento dall’Austria: la Commissione Europea “ora esaminerà la nostra proposta” relativa ai controlli straordinari ai confini interni dell’area Schengen, poi “alla fine di settembre riceveremo da loro una contro-proposta, che poi andremo avanti a discutere”. Così il ministro dell’Interno austriaco, Wolfgang Sobotka, delinea l’iter della discussione sul prolungamento dei controlli ai confini interni dell’area Schengen, che alcuni Paesi hanno in vigore in alcuni tratti delle frontiere.  Per Sobotka “il pericolo latente di attività terroristiche e di radicalizzazione ci mostra che migrazioni, integrazione ed estremismo sono correlati” con i controlli alle frontiere “e che abbiamo bisogno di questi controlli per osservare i movimenti all’interno dell’Europa e per avere una migliore visione dei  luoghi di origine” dei migranti.

Ankara non sta rispettando l’accordo con la Ue?

“Potrebbe essere” che l’arrivo di migranti sulle coste rumene attraversando il Mar Nero dalle coste settentrionali della Turchia osservato nelle ultime settimane significhi che Ankara inizia a non rispettare l’accordo con l’Ue sui migranti, “ne discuteremo. Ma penso che dato che vediamo un aumento nell’ordine delle migliaia, ma di decine, forse centinaia, ci sono diverse possibilità” circa le cause alla radice di questi movimenti. Lo ha detto Andres Anvelt, ministro dell’Interno dell’Estonia, Paese che ha la presidenza di turno del Consiglio Ue. “Stiamo monitorando anche l’area dal Mar Nero”, ha aggiunto Anvelt. Il ministro ha poi sottolineato che “sulla migrazione illegale abbiamo fatto dei progressi. La crisi non è finita, ma la solidarietà, il finanziamento comune di diversi progetti, come è stato fatto con l’Italia, hanno dimostrato che l’Ue può agire come una vera Unione”. Bruxelles continua a insistere: “Penso che le principali ragioni per tutti questi Paesi per il prolungamento dei controlli alle frontiere interne non ci siano più, ma ne discuteremo con i ministri. Credo che sia ora di tornare al normale funzionamento di Schengen”. Lo ha detto il commissario europeo alle Migrazioni e agli Affari interni Dimitris Avramopoulos, a margine del Consiglio Affari Intern. Avramopoulos è intervenuto così in merito ai controlli straordinari alle frontiere interne attuati legalmente dal maggio 2016 in alcuni tratti dei confini da Austria, Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia, per via della porosità della frontiera esterna greca. 

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