Berlusconi vuole Tajani premier. Forza Italia: «Prendiamo atto, ci adegueremo»
Un «mediatore nato», capace di «mettere tutti d’accordo». Per queste caratteristiche Silvio Berlusconi avrebbe scelto Antonio Tajani come candidato alla presidenza del Consiglio in caso di vittoria del centrodestra. La notizia, riportata in un retroscena del Corriere della Sera, ha subito creato una certa agitazione all’interno di Forza Italia, dove c’è stata cautela nel commentare, ma c’è stato anche chi ha detto esplicitamente che «ne prenderemo atto e ci adegueremo».
Berlusconi punta sull’europeismo
Secondo il Corriere della Sera, Berlusconi si sarebbe ormai convinto della vittoria del centrodestra alle prossime elezioni e, insieme, del fatto che Forza Italia resterà il primo partito della coalizione, a dispetto del successo della Lega. Dunque, spetterà a lui, in quanto leader degli azzurri, indicare il nome per Palazzo Chigi. «E io sono già pronto», è il virgolettato riportato nell’articolo firmato da Tommaso Labate, che indica in Tajani il prescelto. Oltre alle doti umane e politiche che Berlusconi riconosce nel presidente del Parlamento europeo – «un mediatore nato», appunto – a essere determinante sarebbe stata l’osservazione degli umori elettorali in diversi Paesi dell’Unione e nella stessa Italia. La sconfitta di Marine Le Pen, la probabile vittoria di Angela Merkel, la virata del M5s che a Cernobbio, attraverso le parole di Luigi di Maio, si è detto «non anti-europeista», avrebbero convinto il Cavaliere della necessità di proporre per Palazzo Chigi la figura di un moderato, con solido curriculum europeista.
Il Cav pronto a dare l’investitura a Tajani
A questo punto, dunque, c’è chi attende l’investitura ufficiale che potrebbe arrivare dalla kermesse organizzata da Tajani a Fiuggi per il 15, 16 e 17 settembre. I lavori della manifestazione, che si intitola “L’Italia e l’Europa che vogliamo”, saranno chiusi proprio da Berlusconi, atteso per il sabato. «Ho grande stima di Antonio Tajani, apprezzo il ruolo che ha svolto e svolge in Europa, rappresenta un orgoglio e una risorsa per Forza Italia, ma non commento indiscrezioni di stampa», ha detto la deputata Mara Carfagna, mentre il membro dell’ufficio di presidenza del partito, Marcello Fiori, ha lasciato intendere che Tajani sta bene dove sta, alla presidenza del Parlamento europeo, e che gli azzurri sperano nel ritorno in campo del Cavaliere. «Come tutti i dirigenti, i militanti e gli elettori di Forza Italia – ha detto Fiori – l’onorevole Tajani è impegnato con tutte le energie possibili perché venga restituita al presidente Silvio Berlusconi la pienezza dei suoi sacrosanti diritti politici e possa tornare ad essere il nostro candidato presidente del Consiglio dei ministri».
Le resistenze in Forza Italia
Ancora più esplicita, poi, Micaela Biancofiore, che facendo una attestazione di stima a Tajani, ha a sua volta fatto riferimento alla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, che potrebbe restituire piena agibilità politica a Berlusconi. «Se poi Berlusconi dovesse decidere che il suo successore potrà essere Tajani, che ha tutti i numeri per poter essere un ottimo presidente del Consiglio, allora – ha detto la deputata azzurra – noi esponenti di FI, nel rispetto delle regole del partito, ne prenderemo atto e ci adegueremo».
E Tajani frena
E a fine giornata, dopo che era emersa tutta la freddezza degli ambienti azzurri, lo stesso Tajani ha tirato il freno a mano. «Sto bene dove sto», ha detto nel corso di una intervista a Radio Cusano Campus, aggiungendo che «sto mettendo tutto il mio impegno per guidare il Parlamento europeo che ho l’onere e l’onore di rappresentare». «Per quanto riguarda la guida del centrodestra – ha concluso Tajani – credo che il miglior candidato per la vittoria si chiami Silvio Berlusconi».
Non mi interessa affatto chi sarà il capo del governo. A me interessa che il Presidente dia incarico tassativo di realizzare un programma quinquennale serio e completo: rilancio economico per tutti, sia a nord che a sud, no a corruzione e sprechi, giustizia e sicurezza più efficienti, e anche riduzione del debito pubblico. Chi se la sentirà di realizzare tutto questo senza ricorrere a imposte esagerate potrà prendersi l’incarico.