Anche il sindaco di Predappio (del Pd) boccia la legge Fiano. L’ira dei commercianti

14 Set 2017 14:32 - di Redazione

Si adeguerà alla legge, nel caso fosse approvata in maniera definitiva, ma il sindaco del Pd, Giorgio Frassini, non è affatto convinto che la legge Fiano che inasprisce i reati sulla propaganda (o sulle idee) di ispirazione fascista. «Il sindaco dovrebbe far rispettare le leggi, come si fa con i vaccini per i bambini che vanno a scuola. Il fascismo è un fatto storico e non si cancella con una legge. Bisogna fare, invece, grandi investimenti culturali per spiegare a tutti, in particolare ai giovani, le cause per cui è sorto e si è sviluppato nel Ventennio quel regime totalitario». Vietare le nostalgie, per legge, anche all’esponente del Pd appare una follia, come racconta in un lungo articolo sul Resto del Carlino, in cui Frassini annuncia che non rinuncerà al progetto di trasformare l’ex Casa del Fascio di Predappio in “Centro studi del primo Novecento”, con biblioteca, spazi museali e percorso espositivo.

E i negozi che vendono gadget, e l’economa di una città che si regge tutta sul ricordo e le celebrazioni della figura di Benito Mussolini, nato a sepolto a Predappio? «I negozi di gadget finora hanno fatto  propaganda, mentre noi proponiamo luoghi per riflettere su che cosa è stata la storia nazionale ed europea del primo Novecento, con approfondimento di storici e docenti universitari». I negozianti, invece, sono inferociti con il Pd e con Fiano. Nel servizio del Resto del Carlino viene fuori che la legge lascia perplessi molti, perché “non può commettere violenza chi compra un portachiavi con la faccia del Duce”, “i negozi vendono anche libri e non solo manganelli”, “possono chiudere i tre negozi di Predappio e altri in giro per l’Italia, ma non potranno eliminare la fama del Duce”, aggiunge un estimatore di Mussolini. Un’intera economia che si regge ancora sul fascismo rischia di crollare per colpa di una legge che appare sbagliata a tutti, perfino a quelli del Pd.

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