A sinistra volano insulti. Gino Strada contro Minniti: «Ha una storia da sbirro»
Tu chiamala, se vuoi, “dialettica democratica”, fatto sta che l’emergenza migranti sta provocando un vero e proprio terremoto psico-ideologico a sinistra. È ormai lotta senza quartiere tra “pragmatici” e “buonisti”: la posta in palio non è soltanto il consenso dell’opinione pubblica o la cadrega dei ministri, ma l’identità stessa della sinistra, la sua “ragione sociale”, per così dire, su un tema culturalmente cruciale. La politica del ministro Minniti si sta rivelando un boomerang per il Pd e per il frastagliato mondo della sinistra che fu. L’ultima polemica l’ha scatenata Gino Strada, venerata icona della sinistra pacifista, terzomondista, antimperialista e chi più ne ha più ne metta. «Minniti è il ministro più apprezzato del governo Gentiloni? Bene, andiamo proprio bene! Minniti ha una storia da sbirro e va avanti su quella strada lì. Per lui ributtare in mare o riconsegnare bambini, donne incinte poveracci a quelli lì in Libia, e farli finire nelle carceri ammazzati o torturati, è una cosa compatibile con i suoi valori. E si sente orgoglioso di quel che fa»: l’attacco al ministro dell’Interno, il capo di Emergency lo sferra dai microfoni di Radio Capital. «Questi accordi con la Libia e il decreto del ministro Minniti sono niente di più e niente di meno che un atto di guerra contro i migranti. Noi già oggi siamo responsabili di diversi morti, diverse persone torturate, centinaia o migliaia di casi di violazione dei diritti umani, e per soddisfare il nostro egoismo e la necessità di una politica di livello infimo, non esitiamo a ributtare questa gente in quell’inferno, nelle mani di torturatori assassini». Strada… davvero impervia quella del Pd in questi ultimi mesi di legislatura.