Venezia, non solo film sui migranti. C’è un filone horror che inquieta il Lido
Se i due filoni principali della Mostra di Venezia 2017 sono la famiglia e i migranti, c’è anche un fil rouge inquietante che attraversa le diverse sezioni del cartellone del Lido: quello dei film per stomaci forti o decisamente ‘disturbanti’, a causa della violenza più o meno esplicita che contengono.
Il titolo più forte è senz’altro Caniba, il doc della sezione Orizzonti in cui i registi ed antropologi francesi Verena Paravel e Lucien Castaing-Taylor, forniscono un ritratto senza filtri del ‘cannibale della Sorbona’, il giapponese Issei Sagawa, che nel giugno del 1982, uccise e mangiò a Parigi la sua compagna di studi olandese Renee. Sagawa fu arrestato dopo aver banchettato per due giorni con varie parti del corpo della ragazza ma due anni dopo venne dichiarato inabile ad affrontare il processo e affidato a un istituto di igiene mentale. Estradato in Giappone venne presto dimesso dall’ospedale psichiatrico in cui si trovava e diventò un noto personaggio pubblico, autore di libri, ospite in televisione e persino attore.
Tra gli amanti del paranormale c’è grande curiosità per The Devil and Father Amorth, documentario fuori concorso di William Friedkin, in cui il regista dell’indimenticabile ‘L’esorcista‘ del 1973, mostra un vero esorcismo filmato nel nord Italia, eseguito da Padre Amorth ad una donna che non è riuscita ad essere salvata dalla psichiatria. Non lascia grande spazio all’immaginazione Brawl In Cell Block 99, dove il regista statunitense Steven Craig Zahler, dirige Vince Vaughn, che nei panni di disoccupato si ricicla come corriere della droga ma finisce in carcere, dove lo attende un vortice di violenza senza fine trasmesso in maniera più che esplicita allo spettatore.
Per lo meno inquietante si annuncia anche il nuovo film di Darren Aronofski in concorso, Mother!, che sembra seguire quella poetica conturbante e violenta insieme che caratterizza la sua cifra stilistica sin dai tempi di Requiem for a Dream. Nel nuovo film, la vita di una giovane donna (Jennifer Lawrence) e di suo marito (Javier Bardem) scorre all’apparenza serena nella loro casa persa in una campagna remota. L’arrivo inatteso di una coppia misteriosa (Ed Harris e Michelle Pfeiffer) provocherà non pochi sconvolgimenti, distruggendo il loro equilibrio. Già solo il trailer, tra macchie di sangue e urla, ha diversi elementi tipici dell’horror.
Ma a tratti disturbante pare sarà anche il nuovo film da regista di George Clooney, ‘Suburbicon‘, dove tradimenti, inganni e violenza emergono dall’apparente tranquillità della vita del padre di famiglia Gardner Lodge (Matt Damon), ambientata in una pacifica comunità suburbana alla fine degli anni ’50.
Un’esclalation di violenza, qui soprattutto psicologica ma non meno sconvolgente, caratterizza poi Jusqu’a la garde, il film in concorso del francese Xavier Legrand, che racconta la battaglia di una coppia per la custodia del figlio. Scene crude e violenza a volontà anche in Outrage coda, il film con cui il maestro giapponese Takeshi Kitano chiude la sua trilogia sulla yakuza, la mafia giapponese. Di tutt’altro tenore stilistico ma destinato a colpire profondamente lo spettatore è anche il doc fuori concorso This Is Congo di Daniel McCabe, che propone una ricognizione senza ipocrisie delle dispute sanguinarie nel paese (dove ogni giorno muoiono circa 1.500 persone e le violenze sessuali così come l’uso di bambini-soldato sono all’ordine del giorno) legate all’accaparramento delle risorse naturali e proponendo uno ‘spietato’ parallelo tra violenze e i prodotti consumistici che derivano dalle materie prime del Paese.