Sanzioni Onu, la Corea del Nord grida vendetta: «Gli Usa non sono al sicuro»

7 Ago 2017 10:43 - di Robert Perdicchi

Le sanzioni adottate dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu rappresentano “una grave violazione della nostra sovranità”, e su questo intraprenderemo una “azione giusta”. Così la Corea del Nord in un comunicato diffuso dall’agenzia ufficiale Kcna, senza precisare quale tipo di reazione intende adottare, replica alle ultime misure adottate dalla Nazioni Unite. E assicura: “Non metteremo il nostro programma nucleare e balistico sul tavolo dei negoziati, fino a quando saremo sotto la minaccia di Washington“. Pyongyang, prosegue il testo della nota, “non indietreggerà di un solo passo nel rafforzamento del suo arsenale nucleare”. E ancora: “Non c’è errore più grande per gli Stati Uniti che credere di essere una terra al sicuro grazie all’oceano”.

 A margine del forum dell’Asean a Manila il segretario di Stato americano, Rex Tillerson, ha lanciato un monito: Pyongyang fermi i suoi lanci missilistici come segnale della volontà di riprendere i negoziati sulla denuclearizzazione. Sarebbe questo “il miglior segnale che la Corea del Nord possa inviare” per mostrare la volontà di dialogo, ha sostenuto. Tillerson ha sottolineato che la decisione dell’Onu di inasprire le sanzioni contro la Corea del Nord è la prova che la comunità internazionale è unita contro la minaccia balistica di Pyongyang e nel suo obiettivo di denuclearizzare la penisola coreana. Tillerson ha avuto ieri un faccia a faccia con i suoi omologhi cinese e russo, Wang Yi e Serguei Lavrov, i quali – a suo dire – sono entrambi per la linea dura da adottare rispetto alla minaccia nucleare nordcoreana.

 

Trump a colloquio con la Corea del sud

Ieri c’è stato un colloquio telefonico tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la presidente sudcoreana Moon Jae In. Secondo quanto ha comunicato la Casa Bianca, i due leader hanno discusso le ultime sanzioni delle Nazioni Unite contro la Corea del Nord e hanno convenuto che la questione nucleare della penisola coreana è una “grave e crescente minaccia diretta agli Stati Uniti, alla Corea del Sud e al Giappone, come alla maggior parte dei Paesi del mondo”.

“Appena terminata la telefonata con il presidente Moon. Molto felice e impressionato del voto delle Nazioni Unite 15-0 sulle sanzioni della Corea del Nord“, ha scritto Trump su Twitter. A richiedere il colloquio, ha dichiarato un funzionario della Casa Bianca, è stata la presidente sudcoreana.

Pyongyang ha di fatto rifiutato l’offerta di Seul per una soluzione pacifica alle tensioni nella penisola coreana, avvenuta in un breve incontro tra i due ministri degli Esteri, a margine del forum Asean. Lo ha riferito l’agenzia sudcoreana Yonhap, citando un responsabile del ministero degli Esteri di Seul. Secondo Yonhap, il ministro nordcoreano Ri Hong-Yo avrebbe rifiutato le proposte del suo omologo Kang Kyung-Wha non ritenendole sincere. “Data la situazione attuale – ha dichiarato – e vista la collaborazione tra Seul e gli Stati Uniti per accentuare la pressione su Pyongyang, questa proposta non è sincera”.

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