Rimini, il viceministro polacco: “Pena di morte per gli stupratori”
Sono arrivati anche i familiari dalla Polonia. Le ferite al volto e al corpo si rimargineranno, ma quelle interiori per i due turisti polacchi aggrediti venerdì notte a Miramare non si rimargineranno facilmente. I ragazzi resteranno ancora alcuni giorni ricoverati all’ospedale Infermi di Rimini. E da lunedì sono arrivati la madre di lui e il fratello di lei. Dalla Polonia arriveranno anche un giudice istruttore e alcuni investigatori, che affiancheranno i colleghi italiani nelle indagini.
Rimini, la Polonia invia suoi investitori
A inviarli a Rimini è stato il ministro della Giustizia polacco Zibgniew Ziobro, che ha subito aperto un’indagine sull’accaduto. «Quest’azione rapida è dettata dalle circostanze, vogliamo raccogliere in tempi veloci le prove». E il vice ministro, Patryk Jak, non ha fatto giri di parole: «Per le bestie di Rimini dovrebbe esserci la pena di morte – scrive su Twitter – anche se per questo caso vorrei ripristinare la tortura». Quello he è accaduto è inammissibile, irricevibile per il viceministro. E lo ha dichiarato, sul quotidiano conservatore Rzeczpospolita, senza reticenze, senza nascondersi dietro le parole: «Non lasceremo questa cosa agli italiani. Vogliamo portare in Polonia questi criminali e sbatterli nelle nostre prigioni». A Rimini sono già arrivate televisioni e quotidiani polacchi per seguire la vicenda. Patryk Jaki è fuori di sé: “Ecco i vostri immigrati, li volete in Polonia? Se mai dopo la mia morte”, ha aggiunto