René Magritte, 50 anni fa moriva il più originale tra i surrealisti
Cinquant’anni fa moriva René Magritte. Proprio a ferragosto. Pittore surrealista tra i più originali e famosi, Magritte è stato apprezzato dal pubblico degli appassionati, soprattutto per la capacità di trasmettere con il suo segno pulito e la suggestione della luce il lato ermetico delle cose. René Magritte si spegneva il 15 agosto del 1967 a causa di un male incurabile. Nato a Lessines, in Belgio, nel 1898, il maestro surrealista, ha saputo rispecchiare, al tempo stesso, con ironia e spietata efficacia narrativa le inquietudini dell’uomo contemporaneo. E forse anche per questo che, a 50 anni dalla morte, Magritte si riconferma autentica icona del ‘900. Nel 1912, sua madre Adeline si suicida gettandosi nel fiume Sambre a Châtelet e venne ritrovata annegata, con la testa avvolta dalla camicia da notte. René, non ha ancora 14 anni e questo particolare rimane impresso nella sua giovane mente e riappare in alcuni suoi dipinti, come “L’istoire centrale” e “Les amants”. Nel 1916 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Bruxelles, appassionandosi alle ricerche futuriste e, nel 1919, espone la sua prima tela, “Trois Femmes”. Comincia così la sua avventura artistica. L’avventura di un uomo che con la sua pittura, non vuole far emergere il mondo interiore degli esseri umani, ma vuole svelare i lati misteriosi dell’universo. L’illusionismo onirico’ è il suo percorso, grazie al quale oggetti comuni e brani di realtà si mescolano, e si armonizzano, in modo spesso assurdo. Ecco il paio di scarpe che si tramutano nelle dita di un piede o il paesaggio simultaneamente notturno nella parte inferiore e diurno in quella superiore. Le tonalità sono fredde, ambigue come quelle del sogno, in grado di far scaturire un cortocircuito visivo e ribadire l’insanabile distanza, per l’artista, tra realtà e la sua rappresentazione pittorica. E c’è anche il rapporto tra linguaggio ed immagine, ovvero tra rappresentazioni logiche ed analogiche: un tema sul quale Magritte gioca con grande intelligenza ed ironia. Guardando l’immagine di una pipa e leggendo la scritta sottostante che dice: “questa non è una pipa”, la prima reazione è di chiedersi: “ma allora, cosa è?”. L’inganno si svela ben presto, se si riflette che si sta guardando solo un’immagine, non l’oggetto reale che noi chiamiamo “pipa”. Ecco, Magritte, tendeva a giocare con la confusione tra realtà e rappresentazione. Per costringerci a riflettere.