Pelliccia e tv al plasma nel palazzo sgomberato. Ecco le prove del racket
Mentre per la terza notte di seguito un gruppetto di migranti ex occupanti del palazzo in via Curtatone a Roma, sgomberato una decina di giorni fa, è rimasto accampato nei giardini vicino ai Fori Imperiali alle spalle della Prefettura, si apprendono nuovi particolari sull’inchiesta relativa al racket degli affitti nello stabile sgomberato.
Il palazzo è stato soggetto a nuove perquisizioni e dal materiale ritrovato emerge ormai chiaramente l’esistenza di un gruppo che gestiva il business della disperazione: i servizi offerti erano da struttura alberghiera – poltrone a nolo e turni alla reception. Rinvenuti anche oggetti di lusso: una pelliccia di visone, televisori ultrapiatti di ultima generazione e persino abiti firmati.
«Vi è fondato motivo di ritenere – si legge nel decreto di perquisizione firmato dal procuratore aggiunto Caporale che ha aperto un fascicolo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – che presso lo stabile siano occultati timbri con il sigillo dello Stato, documenti riportanti timbri dello Stato, ricevute di pagamento per soggiorni all’interno dello stabile di cittadini stranieri, anche clandestini, o comunque documenti o oggetti a questi riferibili».
Non è la prima volta inoltre, come ricorda Il Sole 24 Ore, che gli inquirenti si trovano dinanzi a fenomeni del genere che sfruttano i bisogni degli immigrati. Nel 2014 i magistrati scoprirono che Pina Vitale, una delle leader del movimento per la Casa, si faceva pagare dai rifugiati per andare a vivere in alloggi di fortuna.