19 richiedenti asilo scomparsi grazie a indirizzi di comodo di altri immigrati
Fornivano un indirizzo di comodo a richiedenti asilo che così potevano poi far perdere le proprie tracce. E’ quanto emerso da una indagine degli uomini della Questura di Prato, che, nel corso delle operazioni di accoglienza, ricezione e trattazione delle pratiche derivanti dalle domande dei richiedenti asilo formulate presso l’Ufficio Immigrazione, hanno rilevato alcune evidenti anomalie: con sempre maggior frequenza, infatti, i richiedenti asilo per il soggiorno per ”protezione internazionale” fornivano gli stessi indirizzi di domicilio, quattro o cinque abitazioni sparse nel comune di Prato, che ricorrevano in maniera sistematica.
A questo punto sono partiti tutta una serie di accertamenti domiciliari. Gli investigatori hanno focalizzato, in particolare, l’attenzione proprio sugli indirizzi che ricorrevano maggiormente nelle pratiche di “protezione internazionale” presentate dai richiedenti asilo al fine di bloccare questo ”flusso” anomalo di richieste.
Esperiti i controlli, sono stati individuati due immigrati del Bangladesh comproprietari di un immobile presso il quale sono soliti offrire ”ospitalità” agli immigrati richiedenti asilo e protezione internazionale.
Le indagini hanno consentito di accertare che, fino ad oggi, sarebbero ben 19 gli immigrati, di nazionalità pakistana, ospitati in questo immobile. Immigrati richiedenti asilo, invece, al contrario, hanno fatto perdere le proprie tracce, contravvenendo ad uno dei requisiti fondamentali necessari per ottenere un permesso di soggiorno: un luogo certo di dimora. Sono stati, quindi, tutti denunciati, sia gli immigrati proprietari che gli immigrati “ospitati”, presso la locale Autorità Giudiziaria per i reati di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e contraffazione di documenti utili ad ottenere il permesso di soggiorno.