Sit in dei sindaci del Messinese all’hotel dei migranti. E slitta lo ius soli

16 Lug 2017 19:16 - di Antonio Pannullo

Rivolta dei sindaci nel Messinese contro il governo. Un presidio continuo davanti all’hotel Canguro che ospita i clandestini sino a quando non verranno spostati in una struttura migliore diversa dall’albergo in cui si trovano tutt’ora. Questo l’annuncio del sindaco di Castell’Umberto, Vincenzo Lionetto Civa, in merito all’arrivo dei clandestini nel comune messinese. Intanto si è svolta una riunione, alla quale hanno proprio preso parte 34 sindaci dei Nebrodi, che presiederanno sotto già dieci giorni fa al prefetto di Messina col quale si chiedeva un incontro sui problemi dell’accoglienza. Il primo cittadino nel ricordare che in Prefettura “non sono stati accolti”, ha pure ribadito come quanto stia avvenendo non abbia “nulla a che vedere con il razzismo” è che Castell’Umberto è pronta all’accoglienza ma che questa avvenga “seguendo la legge e favorendo le migliori condizioni per i migranti e si vuole un dialogo costruttivo con la Prefettura per organizzare i servizi”.

E il governo ha ceduto, guarda caso proprio oggi, sul contestato ius soli:”Tenendo conto delle scadenze urgenti non rinviabili in calendario al Senato e delle difficoltà emerse in alcuni settori della maggioranza non ritengo ci siano le condizioni per approvare il ddl sulla cittadinanza ai minori stranieri nati in Italia prima della pausa estiva”. Lo ha dichiarato il premier Paolo Gentiloni, confermando l’impegno ”personale e del governo” ad approvare il ddl sullo ius soli in autunno.

Soddisfazione dal centrodestra: “Hanno ragione i sindaci che si ribellano e che non vogliono più clandestini nei loro comuni. La rivolta deve arrivare fino ai porti dove si dovranno respingere le navi che vogliono portare altri clandestini extracomunitari nel nostro Paese”. Lo dichiara il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri. “Le Ong vanno letteralmente messe al bando. L’Ue ha approvato una regolamentazione ben più blanda di quella che abbiamo chiesto in Parlamento e, dopo il dilagare degli sbarchi, perfino quelle proposte sono insufficienti perché le Ong -sottolinra- svolgono un’azione eversiva contro gli Stati, i loro confini e i loro diritti. Pertanto bisogna agire con sanzioni penali e dar luogo a una stretta respingendo, espellendo, impedendo fisicamente gli sbarchi”. “Ovviamente – incalza Gasparri – facendo coriandoli delle proposte di legge come lo ius soli che di fatto il Pd sta rinunciando a portare avanti perché sa benissimo che sarebbe dapprima respinto dal Parlamento e poi travolto nel Paese da una giusta e motivata contestazione popolare”.

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