Perugia, 2 indagati nel centro islamico dove furono arrestati l’imam e i custodi

7 Lug 2017 15:44 - di Paolo Lami

Torna di nuovo sotto ai riflettori il Centro islamico di Ponte Felcino, alle porte di Perugia, dove, nel 2007, furono arrestati e poi espulsi dall’Italia i due custodi marocchini dell’epocaDriss Safika e Mohamed El Jari, condannati per terrorismo internazionale nell’ottobre del 2009 dalla Corte d’Appello di Perugia insieme all’allora imam di Ponte Felcino, Mostapha El Korchi.

Stavolta due perquisizioni, sempre nell’ambito di un’indagine per terrorismo,  sono state eseguite dai poliziotti della Digos di Perugia a carico di altri due stranieri che gravitano attorno al Centro islamico di Ponte Felcino. E’ la locale Questura a spiegare che, insieme al personale della Polizia Postale, su decreto delle Direzione distrettuale antimafia, la Digos ha sequestrato materiale informatico adesso al vaglio degli inquirenti.
Le abitazioni dei due indagati, accusati di associazione con finalità di terrorismo e apologia del delitto di terrorismo, sono state a lungo perquisite dopo che le indagini, coordinate dalla Dda della procura perugina, si sono sviluppate negli ambienti islamici di Perugia, e, più in particolare, nella comunità di Ponte Felcino.

Il Centro islamico di Ponte Felcino era già finito sulle prime pagine dei giornali nel 2007 quando un’inchiesta, durata due anni, portò alla luce quello che per la magistratura era un vero e proprio centro di addestramento e di supporto logistico di militanti jihadisti, con il compito di insegnare loro tecniche di combattimento, con l’utilizzo di armi ed esplosivi.

Gli accertamenti, all’epoca, permisero di sequestrare non solo una notevole quantità di materiale, scaricato dai siti internet che facevano riferimento all’estremismo islamico, ma anche bottigliette di sostanze, come il potassio nitrato e l’ammonio nitrato, che, secondo gli inquirenti, potevano essere usate per preparare ordigni.

Nella sua requisitoria, che poi portò alla condanna dei tre stranieri – 4 anni a Mohamed El Jari, 3 anni e 6 mesi a Driss Safika e 6 anni all’ex-imam Mostapha El Korchi – la Procura mise in evidenza come «la frequentazione della moschea» avvenisse «in orari estranei alle cerimonie di culto» e che all’interno del presunto luogo di culto vi era, invece – così avevano evidenziato le indagini – «un’attività caratterizzata non solo alla adesione jihadista “radicale”, ma anche da una laboriosa e approfondita opera di istruzione e addestramento all’uso delle armi e delle tecniche di combattimento proprie di azioni terroristiche». Secondo gli investigatori la moschea di Ponte Felcino era diventata, all’epoca, la base dell’associazione «Lega degli immigrati arabi e musulmani».

Il 21 gennaio 2011 i due custodi, Driss Safika e Mohamed El Jari, vennero espulsi dall’Italia verso Casablanca per motivi di ordine pubblico e sicurezza dello Stato dopo essere stati scarcerati dai penitenziari di Macomer e Rossano dove avevano scontato le condanne per terrorismo.

L’ex-imam del Centro islamico di Ponte Felcino,  Mostapha El Korchi, venne espulso dall’Italia un anno e mezzo dopo, il 30 luglio 2012, dopo aver scontato anche lui  sei anni di carcere per la condanna per addestramento internazionale al terrorismo. Ora due nuovi indagati, con l’accusa di terrorismo, riportano il Centro islamico di Ponte Felcino di nuovo sotto i riflettori.

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