Monti attacca Renzi: «Da lui solo slogan vuoti, ormai è un disco rotto»
Lame incrociate tra Mario Monti e Matteo Renzi in un duello tra ex-premier (nessuno dei quali per scelta popolare) che ha come singolare palio la responsabilità dei nostri dissestati conti pubblici. È il professore ad aprire l’ostilità con un’intervista al Corriere della Sera in cui demolisce la suggestione renziana di «tornare ai parametri di Maastricht» con l’Italia per cinque anni al 2,9 per cento nel rapporto deficit-pil per ridurre in disavanzo la pressione fiscale.
Monti: «All’estero il suo impatto è pari a zero»
«Confido che non venga fatta propria dal governo. Appartiene al genere delle improvvisazioni in cui l’annuncio precede la riflessione», è la micidiale bordata sparata da Monti prima di infierire sul Rottamatore: «È come un disco rotto, ormai ripete senza fine i suoi slogan e le sue accuse. Il rumore e la rissosità crescono esponenzialmente. L’impatto, in Italia e all’estero, tende asintoticamente a zero. Pari a zero è anche il suo rispetto per gli interlocutori e per la realtà».
Il leader del Pd: «L’austerity ha impoverito le famiglie»
A stretto giro la replica di Renzi direttamente dal proprio profilo Facebook: «La proposta di tornare a Maastricht che ho illustrato in Avanti (il suo libro, ndr) e su cui discuteremo nei prossimi mesi è fondamentale per creare benessere e posti di lavoro nei prossimi anni». A Renzi fa gioco la polemica con Monti: la può sventolare come una bandiera di espansione economica conto le politiche di ristrettezze e imposizioni cui è indissolubilmente legato il governo presieduto dal professore bocconiano. «La cultura dell’austerity – attacca infatti il segretario del Pd – ha visto aumentare il numero di famiglie in povertà, un pil negativo e crescere le diseguaglianze. E paradossalmente in quegli anni il rapporto debito pil è peggiorato perché senza crescita il debito sale, sempre».