«L’Italia? È la discarica dell’Africa»: la denuncia choc del politologo francese

17 Lug 2017 14:08 - di Ezio Miles

«L’Italia non può accogliere le navi straniere colme di migranti, come del resto non può diventare la discarica delle masse di persone che arrivano dall’Africa e dal Medio Oriente». E ancora: «Credo che nei confronti della questione migranti l’Europa stia conducendo una politica assolutamente irresponsabile». «Si rischia in questo modo di destabilizzare l’Italia». A parlare così non è un “populista” arrabbiato o un cittadino che si vede il paesino invaso da centinaia di richiedenti asilo. Questa denuncia choc,  queste parole dure vengono da uno dei politologi francesi più apprezzati nel mondo: Gilles Kepel, vera e prooria autorità  nel campo degli studi sull’Islam radicale. Fu proprio Kepel ad avvertire a suo tempo le autorità europee del fatto che gli immigrati islamici, una volta che ottengono la cittadinanza in un qualsiasi Paese europeo, cominciano a considerare quel Paese Dar al-Islam (Terra dell’Islam).  

La denuncia di Kepel arriva da una intervista pubblicata dal  Corriere della Sera di oggi. «Occorre  – insiste Kepel – darci criteri di accoglienza e di divisioni dei compiti. Senza questo l’Italia diventerà sempre più una zona anarchica di accoglienza. La Germania continuerà a scegliere a suo piacimento gli elementi migliori tra i migranti. La Francia sempre più sarà costretta a ricevere i migranti che la Germania espelle. Mentre i Paesi dell’Est europeo continueranno a rifiutarli tout court». 

Kepel ne ha anche per le Ong:  «Non è compito delle Ong andare a raccogliere i migranti per portarli in Europa». Certo, a prima vista, «è giusto e bello andare a salvare dal mare le masse di poveri in arrivo dall’Africa e dal Medio Oriente», sta però di fatto che l’«operato delle Ong indirettamente rinforza e aiuta l’attività dei trafficanti di esseri umani e i criminali in combutta con le milizie in Libia». Non è più tempo delle “anime belle” irresponsabili.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *