Un quartiere nel degrado, ecco perché la Bolognina svolta a destra

11 Lug 2017 12:26 - di Galeazzo Bignami

C’era la Bolognina luogo simbolo per le sinistre in cui vide i natali il 3 febbraio 1991 il Pds, continuatore politico e ideale del Partito comunista.
Un partito che difendeva lavoratori e proletari, classi operaie e fasce deboli, che aveva proprio nella Bolognina il fiore all’occhiello della capacità del Pci di dare alloggio e vita dignitosa anche a chi non sempre poteva permetterselo. Un emblema della cosiddetta buona amministrazione rossa, in cui le famiglie meno abbienti trovavano uno spazio in cui vivere a pochi metri dal Centro Storico di Bologna e un luogo in cui far crescere i propri figli.

E c’è la Bolognina di oggi, letteralmente invasa dal degrado e dalla criminalità causati da una politica di accoglienza indiscriminata che ha reso quel luogo simbolo un vero e proprio ghetto al contrario, in cui gli italiani vivono in condizioni di paura e di emarginazione, ostaggio di clandestini, spacciatori e rom che trovano spesso rifugio in quegli alloggi popolari che nella zona vengono assegnati con percentuali superiori al 60% a extracomunitari. Una situazione resa ancor più esplosiva dalla presenza di un centro sociale di proprietà del Comune occupato dai soliti extraparlamentari di sinistra, coccolati dal Pd e dalla sinistra boldriniana.

Non è così difficile, girando per le vie di questo rione, imbattersi in spacciatori che si accoltellano per una dose, in balordi accasciati a terra, in punk a bestia che lasciano liberi i propri cani o in siringhe abbandonate a pochi metri dalla sede del nuovo Comune e dagli asili della zona. Una situazione documentata anche in un recente video girato da alcuni cittadini che da tempo mi affiancano nell’attività di presidio che svolgo nella zona con passeggiate notturne in cui vengono raccolte segnalazioni da inoltrare poi alle Autorità competenti. “Ronde”, le ha ribattezzate sprezzante qualcuno.

Di certo sono uno strumento utile per far sapere ai cittadini che non tutte le forze politiche sono complici di questo scempio, concretizzatosi lentamente negli anni, ma inesorabile nell’azione di distruzione di quel tessuto sociale che un tempo rappresentava un tratto tipico di quella che era chiamata Bologna “la Rossa”.

Che però oggi è sempre meno rossa, se si considera appunto che il Partito Democratico in zona si vede sempre meno e quando si vede inevitabilmente lascia dietro di se una scia di polemiche e di delusioni. 

Come nel caso della raccolta firme promossa da una parte del Pd stesso che chiedeva la riconsegna del centro occupato, tanto da convincere il Sindaco a promettere che entro il 30 giugno l’immobile in questione sarebbe tornato nella disponibilità del Comune che ci avrebbe fatto addirittura una caserma. Ed invece non solo il Comune ha deciso, pochi giorni fa, di procrastinare il termine di riconsegna, ma ha anche consentito che gli occupanti svolgessero una tre giorni di feste con sballo connesso che ha letteralmente investito la zona, suscitando la rabbia dei residenti.

I quali oggi si affidano sempre di più all’azione di tutela del territorio portata avanti quotidianamente dagli esponenti del centro destra, impegnati non solo nelle “ronde”, come sono state sprezzantemente ribatezzate da qualcuno. Ma anche in una presenza costante che porta i giovani di Azione Universitaria a consegnare pacchi di cibo a famiglie italiane in difficoltà, ad organizzare incontri e riunioni per contrastare il degrado della zona, assieme ai consiglieri comunali di Forza Italia Marco Lisei e Francesco Sassone, impegnati nell’offrire un riferimento continuo ai cittadini.

Una presenza che ha segnato anche risultati impensabili, come nelle ultime elezioni regionali alle quali il candidato più votato di tutti i partiti è appunto stato il sottoscritto, dichiaratamente e orgogliosamente di Destra, sconfiggendo anche i candidati del PD da tempo radicati nel territorio e oggi identificati come il simbolo della decadenza della Bolognina.

A dimostrazione che oggi le fasce socialmente più esposte, un tempo appannaggio della sinistra, ormai votano senza alcun condizionamento ideologico, affidandosi solo a chi concretamente difende gli interessi di chi è stato prima sedotto e poi abbandonato dagli eredi di quella sinistra che aveva, proprio nella Bolognina, il proprio emblema.

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