La Corea del Nord lancia un altro missile: «Possiamo colpire gli Usa»
È stato accompagnato da una minaccia esplicita agli Stati Uniti il nuovo test missilistico realizzato dalla Corea del Nord. «Il leader ha orgogliosamente detto che il test conferma che tutti gli Stati Uniti sono a portata di lancio», ha riferito l’agenzia di stampa nordcoreana Kcna, riferendo la reazione di Kim Jong-un.
Usa e Corea del Sud eseguono esercitazioni congiunte
Il test è stato realizzato nella notte tra venerdì e sabato, intorno alle 23.40 ora locale. Il missile è caduto in acque di competenza Giapponese. Ed è stato proprio il premier giapponese Shinzo Abe a confermare il nuovo lancio missilistico, dopo che a divulgare la notizia era stato il Pentagono. «Ho ricevuto il primo rapporto sul nuovo lancio missilistico della Corea del Nord e probabilmente il missile è caduto nella nostra zona esclusiva economica», ha detto Abe. Immediata la risposta congiunta di Stati Uniti e Corea del Sud, che hanno condotto a loro volta esercitazioni militari congiunte. Secondo quanto riferito dalle forze militari americane in Corea del Sud, nel corso delle manovre sono stati usati sistemi missilistici in grado di essere dispiegati rapidamente e sono stati lanciati missili nelle acque territoriali al largo delle coste orientali del Paese.
Trump: «Ennesima azione insensata e pericolosa»
Per Donald Trump, il nuovo test missilistico, il secondo in meno di un mese, dopo quello realizzato il 4 luglio, nel giorno della festa dell’Indipendenza americana, «è solo l’ultima delle azioni insensate e pericolose del regime nordcoreano». «Minacciando il mondo, queste armi e questi test isolano ulteriormente la Corea del Nord, indeboliscono la sua economia e impoveriscono il suo popolo», ha commentato il presidente Usa con una nota, assicurando che «gli Stati Uniti prenderanno tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza del territorio americano e proteggere i nostri alleati nella regione». «Questi lanci non servono affatto a garantire la sicurezza della Corea del Nord: in realtà, hanno l’effetto opposto», ha detto ancora Trump, di fatto rispondendo alle parole di Kim Jong-un, che nel suo messaggio aveva sostenuto che «le minacce di guerra di Washington ci spingono solo a risvegliarci ulteriormente e giustificano la nostra volontà di sviluppare armi nucleari».
La presa di posizione della Cina
Sulla crisi è intervenuta anche la Cina, tornando a chiedere a Stati Uniti e Corea del Sud di tenere conto delle sue preoccupazioni e di fermare il dispiegamento del sistema antimissile Thaad. «La parte cinese è profondamente preoccupata per la situazione», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese Geng Shuang. Secondo il portavoce, il dispiegamento di un sistema antimissile da parte degli Stati Uniti e della Corea del Sud non risolverà i problemi della sicurezza nella regione né contribuirà alla denuclearizzazione della penisola, danneggiando l’equilibrio regionale strategico.