Ius soli, il rinvio fa esultare il centrodestra. A sinistra è resa dei conti

17 Lug 2017 14:09 - di Marzio Dalla Casta

Il day-after dell’annuncio del rinvio a settembre della legge sullo ius soli da parte del premier Gentiloni somiglia ad un giorno di ordinaria polemica cui ci aveva abituato la Seconda Repubblica. A parlare, infatti, sono solo esponenti di centrodestra e di centrosinistra: se i primi esultano, i secondi recriminano e si guardano in cagnesco in cerca del vero “colpevole” dell’ignominiosa ritirata: Alfano, che si sarebbe sfilato al Senato? O Renzi, che non avrebbe spinto come ci si aspettava? O, ancora, lo stesso Gentiloni, ritenuto privo della necessaria determinazione per piegare i riluttanti centristi alla logica della maggioranza.

Gasparri: «Folle la legge sullo ius soli»

Nel frattempo che a sinistra regolino i loro conti, il centrodestra festeggia. E se Maurizio Gasparri rivendica a Forza Italia l’aver condotto una «battaglia di responsabilità» contro una legge «folle e inaccettabile», il collega di partito Renato Brunetta sceglie la via del sarcasmo: «Siamo – dice – al contrordine compagni. Lo ius soli, che doveva aprire le porte del consenso del popolo di sinistra, non ci sarà più. Rinviato in autunno, e cioè all’anno di “san mai”». Per la Lega parla Roberto Calderoli: «Prepariamoci ad un autunno caldo – avverte -, perché sullo ius soli abbiamo vinto una battaglia importante ma non la guerra».

I grillini non sanno se gioire o soffrire

Toni decisamente diversi a sinistra, dove a prevalere sono rassegnazione e preoccupazione Sotto accusa degli scissionisti ex-Pd vanno Gentiloni e Renzi. «Questo provvedimento non si farà più perché hanno deciso di privilegiare l’asse con la destra. Se è Alfano ad avere la golden share del governo ce ne faremo una ragione», dichiara Arturo Scotto, deputato di Mdp. Concetto già espresso a Repubblica da Roberto Speranza, leader dei bersaniani: «Se ti metti a fare a gara con il leghista Salvini – argomenta – a chi ha la ruspa più grande, alla fine vince Salvini». Nel ritrovato bipolarismo manca la voce dei grillini. Fa eccezione Luigi Di Maio, ma solo per distrarre l’uditorio: «Abbiamo appreso stamattina che il presidente del Consiglio ha deciso di rinviare a settembre la discussione dello ius soli. Questo vuol dire che avremo più tempo in estate per abolire i vitalizi». In fondo, bisogna capirli: non sanno ancora se gioire o soffrire.

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