Ius soli, il governo costretto a mettere la fiducia: «Oppure non ce la facciamo»

5 Lug 2017 14:48 - di Eleonora Guerra

Il governo starebbe per mettere la fiducia in Senato sullo Ius soli. Lo ha riferito l’agenzia Reuters, citando «fonti governative». «Ci sono 48mila emendamenti, se non mettiamo la fiducia non l’approveremo mai, neanche nel 2019», sono state le parole della fonte, riferite dall’agenzia.

Ius soli a rischio senza fiducia

La spinta verso la fiducia sarebbe venuta dall’allungamento dei tempi sul codice antimafia, che avrebbe una ripercussione sull’iter della legge sulla cittadinanza. In realtà, della possibilità che il governo potesse mettere la fiducia si parla ormai da tempo e due giorni fa la notizia aveva ripreso a circolare con una certa insistenza. Dunque, gli imprevisti nell’agenda di Palazzo Madama appaiono come una scusa per blindare un provvedimento altrimenti fortemente a rischio, che vede una ferma contrarietà da parte delle forze parlamentari di opposizione e che, come hanno rivelato i sondaggi, è inviso agli italiani. 

Gasparri: «Vogliono l’invasione dell’Italia»

Sulla possibilità che venga imposta la fiducia è intervenuto il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, parlando di «una legge assurda che richiamerà altri clandestini nel nostro Paese». «Renzi definisce sacrosanta la legge sullo Ius soli e ne fa una priorità per la sinistra, per il governo e per lui stesso, dimostrando una volta di più quanto sia pericoloso questo politico declinante», ha detto Gasparri, sottolineando che «ora impone la legge a colpi di fiducia». «Già con le leggi vigenti, nei soli ultimi due anni 400mila stranieri hanno acquisito la cittadinanza italiana. Il nostro quindi non è un Paese blindato», ha ricordato il vicepresidente del Senato, aggiungendo che «con le nuove norme diventerebbe un Paese sbracato». «Contrasteremo in ogni modo in Parlamento questa legge assurda e, qualora il dissennato disegno di Renzi dovesse prevalere, la bloccheremo con il referendum abrogativo», ha concluso Gasparri, avvertendo che «si parlerà solo di questo nella prossima campagna elettorale politica e il Pd, facendo questa scelta, si scava la fossa».

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