Inala un pezzo di peperoncino, bambina salvata in extremis

27 Lug 2017 18:14 - di Redazione

«È il primo intervento che eseguiamo su una bimba di questa età, delicatissimo e molto complicato». La soddisfazione di Maria Majori, pneumologo interventista dell’Uo di Pneumologia ed Endoscopia toracica dell’Aou di Parma, è evidente, dopo la rimozione di un pezzetto di peperoncino che poteva risultare fatale: «Le vie aeree di un paziente di 8 mesi sono estremamente ridotte, circa 5 millimetri di calibro, e gli strumenti da usare sono quindi di piccole dimensione. La bimba – precisa – è stata operata con una procedura estremamente complessa, la broncoscopia rigida, utilizzando strumenti che dovevano essere in grado sia di far ventilare la pazienta sia di permetterci di effettuare la procedura di estrazione».

Il pezzettino di peperoncino di 12 millimetri era stato inalato dalla piccola Inaaya, una bimba di appena 8 mesi della provincia di Reggio Emilia, e ha rischiato di compromettere le sue vie respiratorie e soffocarla, tanto da portarla nel giro di alcune ore nella sala operatoria dell’ospedale Maggiore di Parma, dove grazie ad un delicato intervento salvavita quel frammento di spezia le è stato rimosso. La bimba è stata trasferita d’urgenza al “Maggiore” ieri, dopo che gli esami diagnostici eseguiti nell’ospedale reggiano avevano mostrato una notevole espansione del polmone sinistro, evidente segno di gravi difficoltà respiratorie. L’età maggiormente a rischio per inalazione di un corpo estraneo – ricordano gli specialisti dell’Aou Parma – è fra il primo e il terzo anno di vita con un picco di incidenza nel secondo anno.

L’oggetto inalato è molto spesso di natura alimentare. Alcuni cibi presentano la peculiarità che possono ulteriormente complicare la situazione. Sostanze quali arachidi, noci, semi oltre a costituire di per sé un ostacolo meccanico alla ventilazione, possono aumentare di volume a contatto con le secrezioni bronchiali, o ancora possono rilasciare sostanze irritanti sulla mucosa bronchiale con conseguente reazione che ne renderà più difficile l’estrazione. «In alcuni casi – aggiungono – il corpo estraneo provoca la morte quasi immediata del paziente per soffocamento, in altri viene espulso naturalmente con il vomito. Nella situazione più frequente, dopo iniziali sintomi di soffocamento, il paziente può presentare una remissione completa del quadro oppure segni clinici persistenti, ed è la situazione che si verifica più frequentemente nel bambino, che determineranno un accesso più tempestivo all’osservazione medica». 

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