Gentiloni perde pezzi, Alfano la faccia: Costa (Ap) si dimette da ministro

19 Lug 2017 17:32 - di Giacomo Fabi

Tanto tuonò che piovve. Non nella misura di un temporale omerico quanto in quella, molto più modesta, che può provocare la decisione dell’alfaniano Enrico Costa di dimettersi da ministro per gli Affari Regionali. È stato lo stesso Costa a darne notizia in una nota. Le dimissioni dell’esponente di Ap erano in qualche modo attese: Costa aveva già da tempo mostrato segni d’insofferenza verso la linea politica di Alfano ritenendola troppo arrendevole verso il Pd. La prima si era intravista sull’approvazione del Codice antimafia. È stata poi la ventilata apposizione della questione di fiducia da parte del governo legge sullo ius soli a far traboccare il dissenso: «Voterò contro in Consiglio dei ministri», aveva annunciato. Se non è accaduto, è solo perché nel frattempo il governo ha rinviato il tutto a settembre.

Costa era ministro per gli Affari Regionali

Nella sua lettera al premier l’ex-ministro ha convintamente ringraziato Gentiloni (che ha assunto l’interim) per non aver «mai imposto il paraocchi» ma, ha aggiunto, «non posso far finta di non vedere la schiera di coloro che scorgono un conflitto tra il mio ruolo ed il mio pensiero. E siccome non voglio creare problemi al governo rinuncio al ruolo e mi tengo il pensiero». Comunque sia, ha tenuto a rimarcare che per lui «le convinzioni vengono prima delle posizioni». Una botta al “poltronismo” di Alfano, riscontrabile anche in altri brani della lettera: «A chi mi consiglia di mantenere comodamente il ruolo di governo dando un colpo al cerchio ed uno alla botte – vi si legge, infatti – rispondo che non voglio equivoci, né ambiguità».

Meloni e Salvini: «Elezioni subito»

Proprio il paragone tra Costa e Alfano è il tasto più pigiato dalle opposizioni. «Il ministro Costa, a differenza del poltronaro Alfano, si è dimesso. Il governo perde voti, perde idee e perde pezzi. Cosa fare ora, per il bene degli italiani? Elezioni subito e si cambia», intima, a nome della Lega Nord, Matteo Salvini. Dal proprio profilo Facebook gli fa eco Giorgia Meloni, leader di FdI-An: «Il ministro Costa, in dissenso col governo, si dimette. A quanto pare, oltre a non avere la fiducia del popolo, Gentiloni e Renzi non hanno neanche quella dei ministri. Ma se non si sopportano tra loro perché li dovrebbero sopportare gli italiani? Governo a casa! Elezioni subito».  Le «elezioni subito» sono anche l’obiettivo del grillino Danilo Toninelli: «Ora – scrive – si dimetta anche Gentiloni e si vada al voto».  E Alfano? Il leader di Ap incassa il tutto con apparente noncuranza bollando come «inevitabili e tardive» le dimissioni di Costa: «Credevo – ha aggiunto – lo facesse già un paio di giorni fa». A seguire la consueta tiritera sul centro distante da destra e sinistra: «Comprendiamo che chi non ce la fa, faccia scelte diverse – concede magnanimo – ma noi andiamo avanti per la nostra strada, senza metterci in fila da nessuna parte».

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