G20, una figuraccia dopo l’altra. La Mogherini non è stata neanche invitata
Sembra di vederlo, Massimo D’Alema, mentre legge sulla Stampa di Torino il retroscena di Marco Bresolin circa il mancato invito a Federica Mogherini al G20 di Amburgo. E ne immaginiamo la soddisfazione nel divorare, rigo dopo rigo, una vicenda che presenta tutti gli ingredienti per trasformarsi nell’ennesima figuraccia dell’Italia in sede internazionale. La poltrona di Alto Rappresentante della politica estera europea (Pesc), su cui siede la Mogherini, era infatti destinata a lui. Sembrava cosa fatta dopo lo scambio di magliette delle rispettive squadre del cuore (Roma e Fiorentina) tra il vecchio lìder maximo e il giovane Rottamatore. Improvvisamente, il dietrofront: dentro la Mogherini, fuori D’Alema che, da allora, ha giurato odio eterno a Renzi, solo parzialmente appagato dalla vittoria del “no” al referendum di dicembre e dalla scissione di Bersani. Quale migliore notizia per lui, quindi, leggere che, al G20, lady Pesc non è stata neppure invitata. A rappresentare la Commissione Ue, infatti, Jean-Claude Juncker, Donald Tusk e Pierre Moscovici, commissario agli Affari Economici. Quest’ultimo ha partecipato a una cena con i ministri economico-finanziari del G20. Analogo evento si svolgeva in parallelo con i ministri degli Esteri. Ma, in questo caso, della Mogherini – capo della diplomazia europea – neppure l’ombra, nonostante il suo entourage ne avesse ufficiosamente annunciato la presenza. Un mistero che, alla fine, si è tentato di coprire con la più ridicola delle “pezze” a disposizione: «Motivi di sicurezza». In pratica, si vorrebbe far credere che in un summit mondiale che ha registrato la presenza contemporanea di Trump e di Putin per tacer degli altri, l’unica personalità istituzionale a rischio attentati, tanto da sconsigliarne la presenza, sarebbe stata la Mogherini. Roba da scompisciarsi dalle risate. E chissà quante se ne sarà fatte D’Alema nel leggere del trattamento riservato a colei che lo ha rimpiazzato in un ruolo tanto delicato e prestigioso. Resta solo da scoprire dove stanno quelli che, in anni andati, un giorno sì e l’altro pure accusavano Berlusconi di attentare al prestigio internazionale dell’Italia. Fossimo in loro, correremmo a nasconderci.