Due albanesi scappano dal carcere di Civitavecchia. «Colpa dei tagli del governo»

31 Lug 2017 13:36 - di Monica Pucci

La fuga continua, così come le ricerche delle forze dell’ordine, in tutta Italia: due detenuti albanesi sono evasi ieri dalla casa circondariale di Civitavecchia,  scappati dai cortili di passeggio da dove avrebbero scavalcato le recinzioni e poi si sarebbero arrampicati sul muro di cinta dandosi alla fuga. I due evasi erano in cella per furto e rapina. Al momento nel carcere risulta un sovraffollamento di 86 detenuti. I reclusi sono 430 invece dei 344 previsti dalla capienza ufficiale. Ed è proprio sui taglia alla sicurezza che si incentrano le critiche dei sindacati. Secondo la Fp Cgil Pol Pen, “le evasioni si registrano nella gran parte degli istituti del nostro Paese, dove si continuano a registrare evasioni e aggressioni al personale, mentre nelle sedi amministrative il personale di Polizia Penitenziaria è in esubero. Il tutto nel completo immobilismo dell’amministrazione penitenziaria, che continua ad assistere inerme a questi fenomeni». La Funzione Pubblica Cgil Polizia Penitenziaria chiede per questo che ”il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria faccia autocritica e non vada alla ricerca di un capro espiatorio per nascondere responsabilità che sono da ricercare nei palazzi romani. Mancano 8.500 poliziotti penitenziari nella dotazione organica complessiva”.

«Quella di Civitavecchia è l’ennesima evasione frutto dello smantellamento delle politiche di sicurezza da tempo in atto nel nostro Paese», è anche l’atto d’accusa sulla farraginosità del sistema penitenziario italiano da parte del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), che interviene sull’episodio di duplice evasione dalla casa circondariale di Civitavecchia, avvenuto ieri, quando due detenuti albanesi sono riusciti a fuggire dal cosiddetto “nuovo complesso” scavalcando le recinzioni e arrampicandosi poi sul muro di cinta. Le ricerche sono in corso. «Quel che è successo è gravissimo anche perché da mesi denunciamo, inascoltati, la grave carenza organica di Polizia penitenziaria delle carceri, l’inaffidabilità dei sistemi anti evasione ed anti intrusione che speso non funzionano, i continui provvedimenti del dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria che determinano seri problemi alla sicurezza interna, all’ordine, alla tenuta del sistema», afferma il segretario generale del Sappe Donato Capece.

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