Corte di Strasburgo, storica sentenza: vietare il velo si può. Non lede diritti
Storica sentenza della Corte di Strasubrgo: proibire in pubblico il velo alle donne islamiche non lede diritti umani. Da oggi masticheranno amaro multiculturalisti esagitati e islamisti fanatici. La legge approvata dal Belgio nel giugno del 2011, che vieta vieta appunto di indossare in pubblico indumenti che coprono il viso, parzialmente o totalmente, non viola la Convenzione europea sui diritti umani. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo si è prununciata sulla nella causa promossa da Samia Belcacemi, cittadina belga che vive a Schaerbeek (Bruxelles) e da Yamina Oussar, cittadina marocchina residente a Liegi, contro lo Stato belga.
Entrambe le ricorrenti sono musulmane e indossavano il niqab, il velo che copre l’intero visto, lasciando scoperti solo gli occhi. Entrambe avevano fatto ricorso alla Corte Costituzionale belga contro il divieto stabilito dalla legge, ma i loro ricorsi sono stati respinti, Per la Corte Europea dei diritti dell’uomo, il divieto imposto dalla legge belga mira a garantire le condizioni necessarie alla convivenza e «la protezione dei diritti e delle libertà altrui».
Secondo i giudici di Strasburgo, inoltre, il divieto è «necessario in una società democratica». La legge prevede delle multe per chi trasgredisce, fino ad arrivare al carcere in caso di recidiva (l’applicazione della pena detentiva tuttavia non è automatica). Il collegio giudicante era composto da sette magistrati: due di loro, un islandese e un turco, hanno espresso un’opinione diversa, che è stata allegata alla sentenza.