CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Clandestini, Minniti accusa: “Del tutto insufficiente l’impegno della Ue”

Clandestini, Minniti accusa: “Del tutto insufficiente l’impegno della Ue”

Home livello 2 - di Giovanni Trotta - 5 Luglio 2017 - AGGIORNATO 6 Luglio 2017 alle 09:10

L’impegno della Ue per la gestione del fenomeno migratorio “è insufficiente punto di vista finanziario” e “c’è bisogno di un impegno diretto dei singoli Stati membri”. È stato il ministro dell’Interno Marco Minniti a sottolineare, intervenendo alla Camera, la “sproporzione evidente tra quello che si è investito nella rotta balcanica e quello che si sta investendo oggi per il Mediterraneo centrale. Una sproporzione a mio avviso ingiustificata”. “È importante” che Francia, Germania e Commissione Europea “abbiano condiviso alcune nostre proposte, a cominciare da quella di un codice di comportamento per le ong che operano con grande passione e con grande impegno nel Mediterraneo centrale”, ha detto ancora Minniti, perché si tratta “una partita cruciale”. Il ministro ha ricordato che tra il 27 e il 28 giugno “abbiamo avuto nel nostro Paese un afflusso straordinario di persone salvate (o trasportate?) nel Mediterraneo centrale: più di 10mila arrivi, che fanno salire la cifra complessiva a più di 85mila nei primi 6 mesi, +18,40% rispetto allo scorso anno. Quegli arrivi, così numerosi e concentrati – ha aggiunto – hanno messo a dura prova il nostro sistema di approdo e accoglienza”. Il governo “ha reagito immediatamente sul terreno dell’accoglienza e sul terreno della politica internazionale. Il nostro ambasciatore a Bruxelles, con un’iniziativa che non ricordo abbia precedenti, ha chiesto esplicitamente che di fronte a una situazione cosi delicata e impegnativa l’Europa si assumesse chiare e e limpide responsabilità”. Domani al vertice di Tallinn si parlerà proprio di emergenza immigrazione al Consiglio Affari Interni informale. 

“Salvataggi”: le Ong fanno la parte del leone

Secondo Minniti “i flussi migratori costituiscono un fenomeno epocale che accompagnerà il mondo, non l’Italia, per i prossimi anni. Un grande Paese come l’Italia affronta questi temi con coraggio. Non subisce, non insegue. Non ci sono formule magiche o semplificazioni, ci vuole una visione organica, una strategia, un impegnato lavoro di costruzione”. Nei prossimi giorni, ha annunciato il ministro dell’Interno, è in programma a Tripoli “una riunione con i sindaci della Libia per discutere insieme di come liberarsi dal giogo dei trafficanti di esseri umani. Il traffico di esseri umani è uno dei principali canali economici di cui la Libia vive, bisogna offrire un circuito economico alternativo”. Nei primi sei mesi dell’anno i “salvataggi” di clandestini nel Mediterraneo centrale sono stati assicurati per il 34% dalle Ong, per il 28% dalla Guardia Costiera italiana, per l’11% dai mezzi dell’operazione Frontex, per il 9% dalle navi della missione ‘Sophia’, per il 7% da mercantili privati. Il 97% delle persone traportate “viene dalla Libia ma tra loro non c’è un libico. È lì che va affrontato il problema, pur sapendo – ha osservato Minniti – che la situazione è maledettamente complicata. La Libia non è la Turchia, con la quale l’Europa ha negoziato un impegnativo e costoso accordo: la Libia è fragile e instabile. C’è un rapporto forte tra la stabilizzazione della Libia e i trafficanti di esseri umani. Combatterli in Libia significa dare un contributo straordinario per la stabilizzazione del Paese”.

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

5 Luglio 2017 - AGGIORNATO 6 Luglio 2017 alle 09:10