Vamping, l’ultima moda dei ragazzini: “on line” tutta la notte. Con rischi enormi
Il pericolo arriva nelle ore piccole quando mamma e papà dormono e i ragazzini, di nascosto, vanno suInternet cercando di battere i record di “insonnia”. Si chiama vamping, l’ultima moda dei giovanissimi, l’insonnia digitale dei preadolescenti. Fra gli 11 ed i 13 ben un ragazzino su due naviga tutta la notte su internet ad insaputa dei genitori, mentre uno su tre ammette di essere stato adescato da un adulto attraverso profili fake.Insomma il vamping, cioè la tendenza dei ragazzi a trascorrere l’intera notte sul web, sta già catturando schiere di giovanissimi. Con rischi enormi: ben il 90% ammette di condividere sui social con sconosciuti contenuti privati ed informazioni personali, come emerge dall’indagine su Internet e minori in Italia condotta da Eset. Ma sono in tanti ad abbonarsi involontariamente almeno una volta a servizi a pagamento nel tentativo di ottenere contenuti o giochi gratuitamente, un errore che coinvolge ben l’80% dei ragazzini in quella fascia di età. In più Ben il 40% dei preadolescenti italiani intervistati ha subito delle infezioni dei dispositivi da malware cliccando sui contenuti social.
Internet e i giovani, dal vamping alle trappole on line
I risultati dell’indagine Internet e minori in Italia sono stati raccolti grazie al progetto “Io Navigo Sicuro – lezioni di Cyber Security” organizzato da Eset per sensibilizzare gli alunni, i docenti, i genitori ed i dirigenti scolastici delle scuole medie sulle opportunità che l’utilizzo di Internet offre ma anche sulle insidie nascoste sul web. “Abbiamo riscontrato tra i genitori una sensazione di inadeguatezza nel far fronte alle capacità tecnologiche dei ragazzi, reputati troppo più bravi nell’uso dei nuovi dispositivi” sottolinea Massimiliano Ghelli, Technical Specialist di Eset Italia. “Durante le lezioni del Progetto Io Navigo Sicuro, ha destato molto scalpore -continua Ghelli- la dimostrazione di quante informazioni vengono condivise dai giovanissimi sui social e che possono diventare potenzialmente pericolose nelle mani sbagliate”. “I ragazzi si sono rivelati molto preparati sulle azioni più giuste da intraprendere nei casi di cyberbullismo, ma -avverte Ghelli- analizzando alcune situazioni reali verificatesi nelle scuole è venuto alla luce che tali comportamenti non sono purtroppo stati messi in pratica“. Il manager quindi la grande necessità di “educazione alla cyber security, rivolta tanto ai minori quanto ai loro genitori, e di attenzione alla prevenzione, da attuare anche con strumenti di protezione e controllo della navigazione di un minore su Internet”.