Il meteorite avvistato il 30 maggio? Ecco dove cercare i frammenti (video)

27 Giu 2017 16:59 - di Viola Longo
meteorite

È caccia all’asteroide in Veneto, dove gli scienziati hanno lanciato un appello a tutti i cittadini affinché aiutino a trovare pezzi di un corpo celeste entrato nella nostra atmosfera il 30 maggio e avvistato da molte persone. 

L’appello degli scienziati

«Dati l’estremo valore scientifico e l’importanza di un possibile ritrovamento in tempi brevi di queste meteoriti, prima che vengano contaminate dall’ambiente terrestre, invitiamo la popolazione delle zone interessate a segnalarci eventuali sassi, o ritrovamenti di altra natura, sospetti», è stato l’appello di Daniele Gardiol, dell’Inaf di Torino e coordinatore nazionale del progetto Prisma, il team di scienziati che ha studiato la rotta del mini-asteroide che si sta cercando, scoprendone anche la sua origine. 

Si cerca tra Padova e Venezia 

Il mini-asteroide, di una massa stimata fra i 50 e i 200 chili, con una dimensione dell’ordine di 30-60 cm, è entrato nell’atmosfera terrestre alla velocità di 54mila chilometri l’ora. Si sarebbe quindi sbriciolato, disperdendosi in uno sciame di frammenti di rocce in un un’area fra Padova e Venezia. In particolare, gli scienziati hanno calcolato che «alcuni di questi frammenti siano caduti intatti a terra, in una zona compresa fra i paesi di Piove di Sacco, in provincia di Padova, e Bojon, nel comune di Campolongo Maggiore in provincia di Venezia, dove potrebbe essere caduto il residuo principale del corpo cosmico». Ed è proprio agli abitanti di questa zona, e in particolare agli agricoltori, che si sono rivolti gli scienziati affinché «ispezionino i loro terreni» e li avvertano se trovano rocce “sospette”. «Le meteoriti sono oggetti molto rari, di grandissimo valore scientifico e dobbiamo fare il massimo per tentare di recuperarle», ha proseguito Gardiol. 

Come riconoscere un meteorite

L’aspetto esteriore di queste meteoriti, segnala l’Inaf, «è quello di un sasso ricoperto da una crosta sottile e lucida, molto scura, come se fosse “bruciato” e la forma è generalmente squadrata ma con gli spigoli arrotondati». Il colore interno del sasso, «visibile dove la crosta è rotta o mancante, è in genere di colore grigio chiaro» e «soppesandolo, dà quasi sempre la sensazione di essere più pesante di un sasso terrestre delle medesime dimensioni», hanno spiegato gli scienziati, chiarendo che le segnalazioni possono essere inviate all’attenzione del team scientifico dell’Inaf-Prisma all’indirizzo e-mail prisma_po@inaf.it.

 

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