Tornano alla carica. Il procuratore Roberti: «Legalizziamo la cannabis»
Sulla legalizzazione della cannabis ci riprovano. «Sembra coerente l’adozione di una rigorosa e chiara politica di legalizzazione della vendita della cannabis, accompagnata da una parallela azione a livello internazionale, e, in particolare europeo, che consenta la creazione, in prospettiva, di una più ampia aerea in cui il fenomeno sia regolato in modo omogeneo». La Dna, nella relazione 2017, presentata al Senato dal procuratore Franco Roberti, ribadisce il suo punto di vista sul tema della legalizzazione della Cannabis, ricordando «il fallimento delle politiche proibizioniste». «Questo Ufficio – si legge nella relazione – conferma, anche alla luce delle nuove questioni esaminate e dei nuovi dati pervenuti, la necessità di concentrare le risorse dello Stato finalizzate alla repressione dei reati su fenomeni più gravi ed allarmanti del traffico di droghe leggere». Per la Dna si sottolinea la necessità che «l’eventuale legalizzazione si realizzi in un quadro europeo che coinvolga un numero apprezzabile di Stati aderenti».
Cannabis, Gasparri: da Roberti disinformazione
Una posizione che ha subito provocato l’alzata di scudi di Maurizio Gasparri: «Ieri in commissione Antimafia il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Gratteri, ha spiegato quanto siano ingannevoli e infondate le proposte per la legalizzazione della cannabis. Gratteri ha grande competenza in materia di lotta alla droga a differenza del procuratore nazionale antimafia, Roberti, che continua a dire pericolose sciocchezze. Per fortuna il suo mandato sta per scadere e l’Italia non avrà più al vertice di un organismo così importante una persona che dice cose sbagliate, infondate e fuorvianti». Per il presidente dei senatori azzurri «come dissero a suo tempo magistrati autorevoli come Borsellino e tanti altri, e come ha ribadito Gratteri la legalizzazione della cannabis non avrebbe effetti positivi perché tre quarti dei consumi riguardano minorenni che non potrebbero essere coinvolti in un’attività di vendita legale, a meno che Roberti non voglia proporre la distribuzione della cannabis nelle scuole». E poi sottolinea: «Per quanto riguarda le organizzazioni criminali, poi i proventi della cannabis rappresentano una minima parte dei guadagni fatti con gli stupefacenti. Non sorprende la rinnovata manifestazione di non conoscenza dei fatti da parte di Roberti. Ci conforta la chiarezza delle argomentazioni di Gratteri, lui sì un vero protagonista della lotta alla mafia e ai narcotrafficanti. Se Roberti lasciasse il suo incarico anticipatamente – conclude Gasparri – la lotta alla criminalità ne trarrebbe sicuramente un giovamento come tutte le istituzioni della Repubblica. Che vergogna leggere ancora queste parole ricche di disinformazione e di errori».