Siria, tocca ai curdi espugnare Raqqa, la roccaforte degli assassini dell’Isis
Le Forze democratiche siriane sostenute dagli Stati Uniti stanno avanzando verso Raqqa, la capitale de facto dell’Isis, nel nord este della Siria, dopo aver compiuto altre conquiste nella zona. Lo ha reso noto il sedicente Osservatorio siriano per i diritti umani, spiegando che l’alleanza a maggioranza curda ha preso il controllo della città di al-Mansoura a ovest di al-Raqqa e del vicino villaggio di Heneida. Hanno anche preso il controllo di Baath Dam a nordovest di al-Raqqa. I progressi hanno portato le Forze democratiche siriane a due chilometri dall’ingresso orientale di al-Raqqa e a tre chilometri da quello settentrionale. L’Osservatorio ha aggiunto che i militanti curdi stanno ripulendo la zona un tempo in mano all’Isis da mine ed esplosivi. Le Forze democratiche siriane hanno lanciato a novembre l’offensiva per riprendere il controllo di Raqqa, in mano all’Isis dal 2014. E asono 43 i civili uccisi in raid aerei condotti dalla coalizione militare internazionale a guida Usa su un palazzo presidenziale a Raqqa. Lo ha reso noto la televisione di Stato siriana, precisando che la maggior parte delle vittime è composto da donne e bambini. Il numero delle vittime civili è aumentato con l’intensificarsi dei raid Usa su Raqqa e altre roccaforti dell’Isis nella Siria orientale. Ieri 20 civili sono stati uccisi in un raid Usa su edifici residenziali a Raqqa, compreso un ospedale e un hotel. Sabato scorso altri 20 civili sono stati uccisi in raid simili sempre su Raqqa, mentre giovedì 35 civili hanno perso la vita sotto le bombe della coalizione lanciate sulla città di Mayadeen, controllata dall’Isis nella provincia di Deir Ezzor nell’est della Siria. Infine, si apprende che il prossimo round di colloqui di pace sulla Siria si terranno il 12 e 13 giugno ad Astana, in Kazakhistan. I colloqui di Astana sono mediati da Iran, Russia e Turchia e sono complementari a quelli condotti dalle Nazioni Unite a Ginevra. A maggio ad Astana si è raggiunto l’accordo per la creazione di zone sicure in Siria dove saranno sospese tutte le operazioni militari.