Russiagate, Trump restituirà a Mosca i beni sequestrati da Obama
L’amministrazione Trump è pronta a restituire alla Russia i due complessi residenziali, a Long Island e nella altrettanto prestigiosa Eastern Shore del Maryland, da cui erano stati espulsi i diplomatici russi nell’ambito delle misure prese da Barack Obama in risposta alle presunte interferenze di Mosca nelle elezioni americane. I complessi residenziali, aveva dichiarato Obama allora, erano «usati dal personale russo a scopi relativi all’intelligence» e per questo ai diplomatici che li occupavano erano state concesse 24 ore per lasciarli. Erano stati espulsi allora 35 operativi dell’intelligence russa.
Trump verso la restituzione a Mosca
Le residenze, di proprietà di Mosca sin dall’epoca sovietica, vengono usate come luoghi di riposo per i dipendenti delle missioni diplomatiche negli Stati Uniti e per eventi ufficiali. In un primo momento, l’amministrazione Trump aveva spiegato ai russi (in un incontro a New York fra il sottosegretario di stato per gli Affari politici Thomas Shannon e il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov l’8 maggio) che avrebbe considerato la possibilità di restituire le proprietà solo se Mosca avesse sollevato lo stop, imposto nel 2014 in risposta alle sanzioni americane, alla costruzione del nuovo consolato americano a San Pietroburgo. Di fronte alla risposta negativa di Putin, Washington ha rivisto la sua posizione. Come rivela il Washington Post citando persone informate, il segretario di Stato Rex Tillerson ha informato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e l’ambasciatore russo a Washington (nel corso del loro incontro al dipartimento di stato a Washington il 10 maggio) che gli Stati Uniti avevano rinunciato a condizionare la restituzione. Prima di formalizzare la restituzione, gli americani stanno esaminando possibili restrizioni alle attività dei russi nelle residenze, inclusa la possibilità dell’immunità diplomatica di cui le residenze godevano in precedenza.