Renzi si sveglia: “Genova, Pistoia e L’Aquila fanno male. Ma non è colpa mia…”
«È chiaro che le sconfitte a Genova, Pistoia e l’Aquila fanno male. Il nostro non può essere un giudizio positivo. Ma accanto alle sconfitte sono arrivate vittorie inaspettate come a Padova, Lecce o Taranto. Nel complesso abbiamo vinto più comuni degli altri, anche se rispetto all’altra volta ne abbiamo persi di più». Dai microfoni di Ore nove Matteo Renzi insiste a minimizzare il flop delle amministrative e il successo del centrodestra. «Il dibattito sulla coalizione addormenta gli elettori e non serve. Non è di per sé la coalizione che segna la vittoria. È il candidato, il leader, il territorio che segna la sconfitta o la vittoria ai ballottaggi», prosegue non curante della pesante batosta che ha aperto il processo ai piani alti del Nazareno.
Renzi torna all’antico
In realtà, a leggere le ricostruzioni del Corriere della Sera firmate da Maria Teresa Meli, molto vicina all’ex premier, Renzi ha in serbo il ritorno all’antico e una vistosa retromarcia rispetto alla strada imboccata negli ultimi mesi. La soluzione per Renzi– ricostruisce il Corriere – è quella di darsi un profilo netto come partito, tornando alle origini, allo spirito della rottamazione. «Saremo una forza riformista che si tiene lontana dai tatticismi politici. Non ci faremo coinvolgere in trattative per la legge elettorale o in altri giochini parlamentari e anche con il governo avremo un rapporto franco, autonomo e diretto, ma sempre leale», avrebbe confidato Renzi ai suoi. «Mi trovo sul banco degli imputati e non si capisce il motivo. visto che la coalizione in queste amministrative è stata fatta proprio come volevano loro, mettendo insieme tutti». Dove per loro il leader del Pd intende gli Orlando, i Bersani, e la sinistra in genere. «Lo schema di Pisapia, di Prodi e di tanti altri era chiaro: facciamo una coalizione larga e con quella vinciamo. Ma non ha funzionato». Perciò – sempre secondo il Corriere – per il segretario del Pd dove il centrosinistra è il primo schieramento «conviene che le diverse forze politiche che lo compongono si presentino come singoli partiti». Anche alle elezioni nazionali — avrebbe detto ai collaboratori — conviene che il Pd vada da solo e non in coalizione.
Consip, «ci scherzo sopra ma è dura…»
«Ci scherzo, ma non c’è niente da scherzare: su questa vicenda ho perso molto consenso, le analisi indicano nella vicenda Consip uno dei problemi maggiori di perdita di consenso. Io la prendo sul ridere perché sono fatto così e penso sia sempre meglio sdrammatizzare», ha detto Renzi alla rassegna stampa del Pd. Sul caso Consip le indagini sono in corso – sottolinea il segretario dem – noi diciamo con molta chiarezza che è giusto andare avanti nella ricerca della verità. Ma vogliamo anche sapere se qualcuno ha deciso di fabbricare delle prove false, contro il presidente del Consiglio…