Ravenna, devastata da vandali la tomba dell’eroe di guerra Ettore Muti

13 Giu 2017 11:34 - di Antonio Pannullo

 

Anche dopo oltre settant’anni, l’odio non smette di essere presente in Italia: la tomba di Ettore Muti, militare, aviatore, uomo politico nonché segretario del Partito nazionale fascista, sepolto nel cimitero monumentale di Ravenna, è stata devastata da un atto vandalico. Come scrive il sito Ravennaedintorni.it, il grave atto vandalico è stato denunciato da Mirco Santarelli e Oldo Pasi, referenti dell’Anai (Associazione nazionale arditi d’Italia): «La famiglia di Muti sta già provvedendo per vie legali e in attesa di conoscere il vigliacco, rinnoviamo già da ora la presenza a fine agosto per commemorare il plurimedagliato Ettore Muti»⁠⁠⁠⁠. Il 24 agosto infatti cade l’anniversario della morte dell’aviatore, avvenuta per mano di sicari del governo Badoglio a Fregene. La ricorrenza è da tempo celebrata con una raduno al cimitero che in passato è stato oggetti di opposte vedute e scontri verbali tra diverse espressioni politiche. Santarelli e Pasi chiedono alle forze dell’ordine di indagare nell’immediato e trovare i colpevoli: «Sfregiare la memoria di un combattente è l’atto più riprovevole che si possa commettere, indigna non solamente noi giovani depositari della storia che fu, ma soprattutto l’anima di chi, tra i combattenti della Repubblica Sociale, ancora oggi vive di quei alti ideali a difesa della patria». Ettore Muti (si chiamò così in omaggio a Ettore Fieramosca) era nato a Ravenna nel 1902. A 14 anni scappò di casa per arruolarsi volontario nella Grande Guerra. Respinto, ci riprovò con successo l’anno dopo falsificando i documenti. In guerra si coprì di gloria e rifiutò una medaglia temendo che scoprissero la sua falsa identità. Nel 1919 partecipò all’impresa di Fiume, nel corso della quale si guadagnò da Gabriele D’Annunzio il soprannome che lo accompagnerà tutta la vita: Gim dagli occhi verdi. Entrò poi nei Fasci di combattimento e in seguito nella Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale dove diventò rapidamente console. Entrò in aviazione e combatté dovunque, in Spagna, in Etiopia, in Albania, ovunque con grande coraggio. In seguito Muti entrò nel servizio segreto dell’Aeronautica. Dopo il 25 luglio era in una villetta di Fregene: si era messo a disposizione del governo ma era rimasto in ottimi rapporti con i tedeschi. Nella notte tra il 23 e il 24 agosto, i carabinieri lo andarono a prelevare, e pochi istanti dopo fu ucciso con due colpi ravvicinati alla testa, come comprova il suo berretto tuttora in possesso della famiglia. La faccenda fu insabbiata, ma è chiaro che Badoglio temeva che Muti potesse effettuare una qualche azione per riportare Mussolini al governo. Durante la Repubblica Sociale a Muti vennero intitolati diversi reparti, tra cui la Legione autonoma mobile Ettore Muti. A tutt’oggi detiene il record mondiale per le ore di volo in  guerra e quello italiano per le medaglie conquistate in azioni belliche.

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