Pedofilia, l’Australia incrimina il Cardinal Pell, il Papa lo congeda per difendersi

29 Giu 2017 11:54 - di Paolo Lami

Per i suoi detrattori è l’immagine iconica della Chiesa che ha coperto, per decenni, gli abusi pedofili di alcuni sacerdoti. Ma lui, George Pell, cardinale ministro delle Finanze del Vaticano, rigetta con forza e decisione le accuse. Ora la polizia australiana lo ha incriminato per reati sessuali “con atto di citazione ed è chiamato a comparire davanti alla Pretura di Melbourne il 18 luglio” e il Papa ha concesso a Pell un periodo di congedo per difendersi .

Le notifiche di imputazione sono state consegnate ai rappresentanti legali di Pell a Melbourne ieri, ha precisato il vice commissario di Victoria, Shane Patton, spiegando che ci sono “diversi capi di imputazione e ….diversi querelanti”.

A capo del Dipartimento finanze del Vaticano, Pell ha sempre ripetutamente respinto le accuse, relative al periodo in cui esercitava il sacerdozio nella sua città natale di Ballarat, negli anni Settanta e anche stavolta non si è tirato indietro.

“Rifiuto in blocco le accuse contro di me. Sono false. Aborrisco la sola idea degli abusi sessuali”, ha detto George Pell, prefetto degli Affari economici del Vaticano. “Non ho mai commesso sevizie sessuali su minori”, ha ribadito Pell confermando l’intenzione di recarsi in Australia per l’udienza del tribunale del 18 luglio, per “difendere strenuamente la mia innocenza”.

Le accuse su Pell per presunti reati di abusi sessuali su minori si riferiscono al periodo nel quale era sacerdote a Ballarat, fra il 1976 è il 1980, e, poi, arcivescovo a Melbourne, fra il 1996 è il 2001. “Il Cardinale Pell rientrerà in Australia, prima possibile, per riabilitare il suo nome seguendo i consigli e l’approvazione dei suoi medici che daranno inoltre consigli sui suoi spostamenti”, si legge in una dichiarazione dell’arcidiocesi di Sydney rilasciata a nome di Pell. “Il cardinale ha precisato – è scritto nella nota – che attende il giorno in cui dovrà comparire davanti alla corte per respingere le accuse con forza”.

Papa Francesco, informato del rinvio a giudizio in Australia del Cardinale George Pell, “gli ha concesso un periodo di congedo per potersi difendere”, fanno sapere dal Vaticano, aggiungendo di avere “appreso con rincrescimento la notizia del rinvio a giudizio in Australia del Card. George Pell per imputazioni riferibili a fatti accaduti alcuni decenni orsono”.

Il Cardinale Pell, informa la Santa Sede, “nel pieno rispetto delle leggi civili e riconoscendo l’importanza della propria partecipazione affinché il processo possa svolgersi in modo giusto e favorire così la ricerca della verità, ha deciso di far ritorno nel suo Paese per affrontare le accuse che gli sono state mosse”.

Quanto al ruolo del Cardinale Pell in Vaticano, “durante l’assenza del Prefetto, la Segreteria per l’Economia continuerà a svolgere i propri compiti istituzionali. I Segretari rimarranno in carica per il disbrigo degli affari ordinari, donec aliter provideatur”. “Il Santo Padre – afferma la Santa Sede – che ha potuto apprezzare l’onestà del Cardinale Pell durante i tre anni di lavoro nella Curia Romana, gli è grato per la collaborazione e, in particolare, per l’energico impegno a favore delle riforme nel settore economico e amministrativo e l’attiva partecipazione nel Consiglio dei Cardinali”. La Santa Sede esprime “il proprio rispetto nei confronti della giustizia australiana che dovrà decidere il merito delle questioni sollevate.

Allo stesso tempo va ricordato che il Cardinale Pell da decenni ha condannato apertamente e ripetutamente gli abusi commessi contro minori come atti immorali e intollerabili, ha cooperato in passato con le Autorità australiane (ad esempio nelle deposizioni rese alla Royal Commission), ha appoggiato la creazione della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori e, infine, come Vescovo diocesano in Australia ha introdotto sistemi e procedure per la protezione di minori, e per fornire assistenza alle vittime di abusi“.

Esultano, per la decisione della polizia australiana, gli attivisti di Snap, la rete dei sopravvissuti ai reati sessuali dei sacerdoti che plaude alla decisione di incriminare per reati sessuali Pell: “Snap, la rete dei sopravvissuti, vuole ringraziare la polizia di Victoria, che ha dedicato il tempo ad ascoltare coloro che si sono fatti avanti formulando accuse”, si legge in una dichiarazione.
“Siamo sempre grati e ci sentiamo incoraggiati quando le forze di sicurezza lavorano intensamente per raccogliere le prove su cui istruire un caso a carico di un uomo potente ed influente”, aggiunge Snap. E per un altro gruppo, Blue Knot Foundation, l’incriminazione di Pell invia un potente messaggio non solo ai sopravvissuti ad abusi sessuali durante l’infanzia ma all’insieme della società.

 

 

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