Papa Bergoglio contro i «cristiani da museo». Allude a Papa Ratzinger?

23 Giu 2017 15:23 - di Niccolo Silvestri

Il primo interrogativo da porsi è chi sia (o siano) i destinatari della sua esclamazione. In questi anni, Papa Bergoglio ci ha insegnato che anche la Chiesa ha il dovere di guardare avanti. Fedele a questa impostazione, il Pontefice «venuto dalla fine del mondo» ha spesso proceduto per strappi come se convinto che, in fondo, solo la lacerazione può produrre vera innovazione.

Il Papa contro chi «non riesce a congedarsi con serenità»

Un concetto ribadito da Francesco anche oggi, nell’aula Paolo VI, alla convention sul “coraggio della vocazione”. «Ho paura dei cristiani che non camminano e si rinchiudono nella propria nicchia», ha infatti detto il Papa, che poi ha aggiunto: «È meglio procedere zoppicando, talvolta cadendo ma confidando sempre nella misericordia di Dio, che essere dei cristiani “da museo”, che temono i cambiamenti e che, ricevuto un carisma o una vocazione, invece di porsi al servizio dell’eterna novità del Vangelo, difendono se stessi e i propri ruoli». E ancora: «Com’è triste vedere che, a volte, proprio noi uomini di Chiesa non sappiamo cedere il nostro posto, non riusciamo a congedarci dai nostri compiti con serenità e facciamo fatica a lasciare nelle mani di altri le opere che il Signore ci ha affidato». È chiaro che Papa Bergoglio non si sia riferito alla comunità dei fedeli ma alle gerarchie vaticane. Ma a chi? Chi sono i «cristiani da museo» nemici del cambiamento? E, soprattutto, a chi allude il Pontefice quando strapazza coloro che non riescono a congedarsi dai loro compiti?

Gli strappi di Bergoglio e le divisioni ella Chiesa

Difficile dirlo con certezza: di sicuro gli strappi di Bergoglio hanno provocato più di un risentimento all’interno della Curia romana. Si parla di ambienti conservatori a dir poco infastiditi dalle insistite aperture su temi sensibili come la famiglia o le unioni omosessuali. Ma si tratta di divisioni tutto sommato ordinarie anche in un organismo apparentemente monolitico come la Chiesa. Quel che invece ordinario non è, è la presenza di due papi, Francesco e Benedetto XVI. Che sia proprio Ratzinger il destinatario degli strali bergogliani? Leggendo la conclusione dell’intervento del Pontefice nell’aula Paolo Vi non si può escludere: «Nessun cristiano può entrare nell’esperienza trasformante dell’amore di Dio se non è disposto a mettere in discussione sé stesso, ma resta legato ai propri progetti e alle proprie acquisizioni consolidate. Anche le strutture pastorali possono cadere in questa tentazione di preservare se stesse invece di adattarsi al servizio del Vangelo».

 

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