Migranti, FI sfida il governo: «Risposte chiare dalla Ue o blocco dei porti»
Se, da giorni, Matteo Salvini e Giorgia Meloni incalzano il governo sfidandolo a passare dalle parole ai fatti in tema di contrasto all’emergenza sbarchi, Forza Italia sembra intenzionata a concedere un po’ di respiro a Gentiloni. I toni restano severi, ma nella sostanza è possibile cogliere sul tema migranti qualche significativa sfumatura. Fa eccezione Maurizio Gasparri, da sempre in prima fila nell’invocare pugno di ferro nei confronti dell’irresponsabile lassismo di cui ha dato e tuttora dà prova il governo.
Lega e Fdi-An chiedono il blocco navale
Solo ieri, il vicepresidente forzista del Senato ha proposto il blocco navale al largo della Libia per impedire a scafisti, Ong e navi straniere di usare i porti italiani per sbarcare migranti. Ma finora l’esecutivo guidato da Gentiloni non sembra smuoversi dall’idea (rimasta tale fino a prova contraria) di sbarrare i porti alle navi straniere. Ha mosso in tal senso anche un passo formale verso la Ue, ma finora – al di là di un riscontro di facciata – nulla si è mosso. Tutto sembra rinviato a giovedì prossimo, giorno in cui a Tallin, in Estonia, si riuniranno i ministri degli Interni delle nazioni della Ue. A Forza Italia sta bene, a patto, però, che in quella sede si assuma una decisione. Lo dice a chiare lettere il capogruppo a Montecitorio, Renato Brunetta: «O in quella data ci sarà una risposta seria, determinata, chiara da parte dell’Unione europea, oppure noi chiediamo che il governo attui immediatamente il blocco dei porti per tutte quelle navi che non battendo bandiera italiana trasportano in maniera connivente disperati, e che distruggono non solo la vita di questi disperati ma la società e l’economia italiana».
Brunetta a Gentiloni: «Vi diamo una settimana di tempo»
Dunque, per usare le parole di Brunetta, sull’emergenza migranti Forza Italia è disposta a dare «ancora fiducia al governo per una settimana», trascorsa la quale – avverte il capogruppo azzurro – non ci saranno alternative al «blocco dei porti» e all’apertura di «una vertenza con l’Europa e a livello internazionale con le Nazioni Unite per blocchi navali sulle coste libiche».