Ecco il Macron che piace a sinistra: “Io intelligente, stampa stupida”.
Emmanuel Macron crede che i giornalisti non siano granchè intelligenti. E che quindi non abbiano la capacità di afferrare compiutamente il suo pensiero politico. Opinione rispettabile quella del giovane Macron, ma certamente non prevista. Che poi, con questa, già sono un paio quelle imprevedibili. Dopo aver sprangato in faccia ai liberal nostrani i confini francesi, bloccando il traffico di disperati, quella che è stata battezzata come la più recente ed innovativa icona della sinistra italiana mette subito a segno un’altra “scorrettezza” politica. Roba da far moltiplicare i nei in faccia a Valter Veltroni e la peluria sulla testa di Enrico Letta. Ma tant’è. “Il pensiero complesso del presidente si presta male al gioco delle domande-risposte con i giornalisti”. Poco più di un rigo per comunicare ai cronisti transalpini che il prossimo 14 luglio, festa nazionale, lui il Presidente, il marito di Brigitte, non ci pensa nemmeno a perdere il suo prezioso tempo per spiegare ciò che i cronisti non potrebbero comunque capire. E annulla la conferenza stampa tradizionale. Troppo elevato lui. Troppo scalcagnati quegli altri. Eccolo svelato l’ultimo prodotto della gauche caviar. Macron, l’agile coniglietto emerso dal cilindro del potere bancario e subito benedetto dalla casta intellettuale, amante dei salotti e di un tenore di vita super. Eccolo che, dopo essere stato portato in trionfo all’Eliseo, mostra tutto il suo disprezzo non solo per l’ignobile plebaglia, ma anche per quel tramite tradizionale tra istituzione e popolo che è la stampa. La sinistra italiana in queste ore sicuramente s’interroga. A poche ore dal Pisapia day immaginiamo lo sgomento, lo sconcerto, l’incredulità. Come quando, sulla spiaggia di Capalbio, un boccone d’aragosta si serra in gola e il sorso di champagne è l’unica, estrema soluzione. Orribile.