Legge elettorale, finalmente la Camera arriva al voto: domani alle 13.30
È stato posticipato dalle 11 alle 13.30 l’avvio delle votazioni in aula alla Camera sulla legge elettorale. Slitta anche il termine di presentazione degli emendamenti alle 17 di domani. Sempre domani dalle 12 al via discussione generale sul provvedimento nell’aula di Montecitorio. Ci saranno cinque relatori di minoranza sulla legge elettorale. La richiesta è stata avanzata dalle forze politiche che non hanno sottoscritto l’accordo raggiunto in commissione Affari costituzionali. Si tratta di Ignazio La Russa di Fdi, Gian Luigi Gigli di Des-Cd, Antonio Distaso di Direzione Italia, Stefano Quaranta di Mdp e Tancredi Turco di Alternativa Libera. Disco verde della commissione Affari costituzionali di Montecitorio intanto alla riduzione del numero dei collegi per il Senato, che passano da 150 a 112. Come ieri per la Camera, dove i collegi sono stati tagliati (da 303 a 225), oggi la “Prima” ha deciso di modificare anche la parte relativa a palazzo Madama, Hanno votato a favore del taglio i 4 partiti che sostengono il modello tedesco (Fi Pd Lega e M5S), e contro gli altri. Inoltre non ci sarà nessuna pluricandidatura per la Camera e anche per il Senato. Lo ha deciso la commissione Affari costituzionali di Montecitorio, approvando con parere positivo un emendamento alla legge elettorale del relatore Emanuele Fiano. Il deputato Pd, Giuseppe Lauricella, spiega come si è arrivati a questa modifica: ”Oggi, nel rileggere il testo come era stato formulato dopo l’approvazione ieri in Commissione sulle pluricandidature, mi sono accorto che si dava adito a interpretazioni anche diverse dalla ratio che si era raggiunta ed era stata ampiamente condivisa. Quindi, ho ritenuto che ci fosse una riformulazione con un emendamento ad hoc presentato dal relatore Fiano che ha accolto la mia osservazione. Questo emendamento indica espressamente che sono nulle le candidature della stessa persona sia in più collegi che in più di una circoscrizione”. Questo emendamento, dunque, pone limiti alla possibilità di candidarsi: lo si potrà fare in un collegio uninominale e in una sola lista proporzionale.