«La politica monetaria non cambia»: Draghi stoppa i “falchi” tedeschi
Migliora la crescita ma non l’inflazione. E il quadro spinge la Bce a confermare la sua attuale strategia: tassi di interesse fermi e Qe invariato, con acquisti di titoli per 60 miliardi al mese fino alla fine del 2017 o oltre se necessario. Questo, «finché non riscontrerà un aggiustamento durevole dell’evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di inflazione». Ad affermarlo è il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, che in questo modo stoppa per l’ennesima volta i “falchi” tedeschi.
L’economia nell’area euro si sta rafforzando e la ripresa «può accelerare più di quanto previsto», l’indicazione di Draghi, arriva inuna conferenza stampa a Tallin dopo la riunione del Consiglio.La Bce ha rivisto al rialzo le stime di crescita per l’area Euro: +1,9% nel 2017, +1,8% nel 2018 e +1,7% nel 2019. Ma l’inflazione, al contrario, resta troppo bassa. Rispetto alle previsioni di marzo dello staff macroeconomico della Bce le stime di inflazione sono state riviste al ribasso, con una crescita nel 2017 stimata all’1,5%, all’1,3% nel 2018 e all’1,6% nel 2019. «Nei prossimi mesi – aggiunge Draghi – l’inflazione è prevista rimanere al livello attuale, mentre l’inflazione di fondo resta bassa».
In questo scenario, dice Draghi, «è ancora necessaria una politica monetaria molto accomodante». Le parole scelte confermano che non è arrivato il momento per tornare indietro rispetto alle misure straordinarie messe in campo per perseguire l’obiettivo di riportare l’inflazione vicina al 2%.