La Cannabis terapeutica fa sballare i conti della Lorenzin e dei farmacisti

9 Giu 2017 14:37 - di Paolo Lami

Si ritroveranno intorno a un tavolo a parlare di Cannabis. Non è un remake de “Il primo viaggio non si scorda mai” ma il tentativo del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin di trovare un accordo con i rappresentanti dei farmacisti sui prezzi della Cannabis terapeutica. Prezzi che, per ora, sono sballati.
La ministra ha imposto un costo finale al banco di 9 euro al grammo. Ma per i farmacisti la cosa non può stare proprio in piedi. Perché i costi di approvvigionamento della materia prima che è alla base della preparazione magistrale sono, secondo la categoria, addirittura più alti. Com’è possibile? Non se la sono neanche fumata. Ma già i conti non tornano.

«Il prezzo di vendita al pubblico attualmente fissato per la cosiddetta Cannabis terapeutica rischia di compromettere la possibilità per le farmacie di realizzare le preparazioni magistrali a base di questa sostanza a danno dei pazienti. L’importo di 9 euro al grammo stabilito dal ministero della Salute con il decreto pubblicato il 3 giugno è infatti inferiore a quello richiesto dai distributori per questa sostanza», sostengono in coro Federfarma, Fofi, Asfi, Assofarm, Farmacie Unite, Sifap e Utifar.

Le organizzazioni hanno rivolto un appello al ministro Lorenzin, per un confronto urgente sui prezzi del farmaco.
«Questa circostanza, che la Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani aveva già segnalato in fase di istruttoria del provvedimento di fissazione del prezzo nazionale – sostengono le organizzazioni – fa sì che i farmacisti si trovino a pagare la materia prima (la Cannabis) una cifra superiore al prezzo della preparazione magistrale stessa, quindi costringendo il farmacista a operare in perdita».

«Ma al di là del caso particolare della Cannabis, – rilanciano i rappresentanti delle aziende farmaceutiche e quelle dei farmacisti approfittando della questione – è la stessa tariffa nazionale dei medicinali che andrebbe rivista nel suo complesso. Infatti, benché la normativa preveda che la tariffa venga aggiornata ogni due anni per allineare gli importi all’andamento del mercato, gli importi oggi in vigore sono immutati da oltre vent’anni. In questo modo diviene sempre meno sostenibile economicamente la realizzazione delle preparazioni magistrali da parte delle farmacie, con un crescente disagio per i pazienti».

I farmacisti possono approvvigionarsi della cosiddetta Cannabis Fm2 solo presso lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare dell’Esercito di Firenze che è l’unico ente autorizzato a produrre e vendere la Cannabis per uso terapeutico ai farmacisti atattraverso una procedura molto stringente. E, in effetti, le confezioni da 5 grammi di infiorescenza di Cannabis macinata costano ai farmacisti 34 euro oltre all’Iva al 22 per cento e alle spese di spedizione per un costo finale di 41,97 euro. Forse, allora, avrebbe più senso abbassare il costo all’origine piuttosto che alzare il prezzo per l’utente finale. Che sono, ricordano gli stessi farmacisti, «in maggioranza pazienti fragili, neonati, bambini, persone affette da malattie rare».

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