Ius soli, FdI domani in piazza. Meloni: «Referendum se passa la legge»

19 Giu 2017 15:21 - di Marzio Dalla Casta

Fratelli d’Italia-An scende in piazza per ribadire la propria netta contrarietà al provvedimento sullo Ius soli in discussione al Senato. Il sit-in, cui parteciperà anche Giorgia Meloni, si svolgerà proprio davanti Palazzo Madama a partire dalle 16,30 di martedì 20 giugno. Nel corso della mobilitazione i cittadini potranno firmare contro il provvedimento sponsorizzato dal quotidiano Repubblica e portato avanti dalla sinistra con la supina acquiescenza di Angelino Alfano, il cui partito approverebbe qualsiasi provvedimento pur di non offrire pretesti a chi pensa di far finire anticipatamente la legislatura.

Martedì manifestazione di FdI-An davanti al Senato

Ma occupiamoci di cose più serie e ritorniamo alla manifestazione di FdI-An: la raccolta di firme è già partita online attraverso il sito www.stopiussoli.com. «Ci vediamo in piazza davanti al Senato martedì per dire “no ius soli” – ha scritto la Meloni sul proprio profilo Facebook  -. La cittadinanza italiana non può essere in alcun caso un automatismo: se la legge passa – ha concluso la leader – Fratelli d’Italia raccoglierà le firme per chiedere il referendum abrogativo».

Prevista anche la presenza della Meloni

Il provvedimento sullo Ius soli vede l’intero centrodestra sulle barricate. Alla coalizione guidata da Berlusconi, Salvini e Meloni, si è aggiunto anche il M5S che ha definito il testo all’attenzione dei senatori un «pastrocchio invotabile». Una posizione che sicuramente aiuta, se non proprio a disinnescare, quanto meno a rallentare l’iter del provvedimento, ma che costituisce certo una novità alla luce delle tradizionali posizione in materia dei grillini, storicamente molto più vicine a quella della sinistra che non a quelle della destra. Probabilmente, è stato proprio questo repentino e inatteso “testacoda” a provocare la stizzita reazione di monsignor Nunzio Galantino, il segretario generale della Cei, che ha utilizzato espressioni particolarmente crude nei confronti dei Cinquestelle, oltre che – ovviamente – dei leghisti.

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